Automotive, aspettando il piano Ue in Italia l’elettrico corre coi bonus

Mentre il mercato delle auto elettriche in Italia cresce a ritmo sostenuto, sale l’attesa per il 10 dicembre: mercoledì verrà infatti svelato il nuovo piano per l’automotive europeo. Parliamo di un settore che in Europa conta 13 milioni di posti di lavoro diretti e indiretti e contribuisce con circa 1.000 miliardi di euro al prodotto interno lordo. In Lombardia la filiera con circa 100.000 lavoratori, oltre 30.000 imprese (considerando anche l’indotto) e un fatturato totale di oltre 40 miliardi di euro. Brescia invece conta circa 200 imprese (150 quelle aderenti a Confindustria Brescia), per volumi che superano i 6,5 miliardi.
Ma andiamo per gradi. A novembre, primo mese su cui hanno un impatto gli incentivi legati all’Isee, sono state immatricolate 15.131 vetture full electric - secondo i dati di Motus-E - con un incremento del 130,7% rispetto allo stesso mese del 2024. Crescono marchi cinesi come Leapmotor, brand di Stellantis, e Byd. «Constatiamo con rammarico che le quattro vetture elettriche più vendute non sono prodotte in Europa» afferma Roberto Vavassori, presidente dell’Anfia. Il mercato nel suo complesso è fermo con 124.222 immatricolazioni, in calo sullo stesso mese del 2024 dello 0,04% e – senza l’apporto degli incentivi fa notare il Centro Studi Promotor (Csp) – si registrerebbe una flessione di oltre il 2%.
Da inizio anno sono state vendute 1.417.621 auto, in calo del 2,43% sullo stesso periodo 2024. Il 2025 dovrebbe chiudere a quota 1.506.000 immatricolazioni, «livello decisamente infimo – osserva il Csp – e molto lontano da quello che ha preceduto la pandemia, cioè dal 2019 in cui le immatricolazioni furono 1.916.951 (-21,4%)».
Lombardia
Ma come si anticipava l’attesa per il piano automotive che l’Unione europea si prepara a presentare il 10 dicembre quasi febbrile. E aumentano le pressioni della Germania, che si è allineata fortemente alle posizioni italiane e lombarde, più volte sostenute anche dall’assessore allo Sviluppo economico della Regione, nonché presidente dell’Automotive Regions Alliance (Ara), Guido Guidesi. Il cancelliere federale tedesco, Friedrich Merz, chiede alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen di consentire la produzione di auto ibride anche dopo il 2035.
Approva la richiesta l’amministratore delegato di Stellantis Antonio Filosa: «Accogliamo con favore il sostegno del governo tedesco alle revisioni delle normative europee. Abbiamo una grande opportunità per ripensare le regole e conciliare i tre obiettivi chiave dell’Europa: decarbonizzazione, resilienza industriale che protegga i posti di lavoro e l’autonomia strategica, e accessibilità economica».
Merz spinge per una regolamentazione delle emissioni di Co2 «tecnologicamente neutra, flessibile e realistica». Nel testo la parola flessibilità è in grassetto. Per il cancelliere tedesco occorre garantire la competitività del settore automobilistico «in un futuro climaticamente neutro, è necessaria una regolamentazione europea che combini protezione del clima, forza industriale e innovazione tecnologica».
Senza dimenticare che alle sfide già presenti per il settore «si aggiungono pratiche commerciali sleali e sovvenzioni nei paesi terzi, che falsano la concorrenza e compromettono la sicurezza della pianificazione e degli investimenti». Il cancelliere tedesco chiede anche di «evitare sanzioni a livello europeo derivanti dalla violazione dei limiti di emissione delle flotte».
«Il clima di opinione nel settore dell’auto – sostiene il presidente di Promotor Gian Primo Quagliano – è fortemente condizionato dall’attesa del progetto che la Commissione presenterà per cercare di attenuare l’impatto negativo della sua politica per la transizione energetica nell’auto. Questa politica ha già determinato risultati catastrofici che sono sotto gli occhi di tutti: dal crollo della produzione di auto in Europa, alla penetrazione di concorrenti molto temibili dell’industria europea».
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