Manovra: priorità al taglio dell’Irpef, nodo spese per la difesa

Deficit al 3% già quest’anno. Pil allo 0,5% nel 2025 e allo 0,7% nel 2026, con un potenziale effetto espansivo di un decimale derivante dalla manovra. Il governo aggiorna le stime macro e fissa la rotta e i margini per le prossime misure economiche.
A partire dalla legge di bilancio, la quarta dell’esecutivo Meloni, che prenderà le mosse da alcune priorità: fisco, famiglie e lavoro, con l’incognita però ancora tutta da verificare delle spese per la difesa. Il nuovo quadro programmatico della contabilità statale è fissato nel Dpfp, il Documento programmatico di finanza pubblica che sostituisce la Nadef, che aggiorna le previsioni di aprile e traccia le direttrici di quella che sarà la prossima manovra.
In Aula il 9 ottobre
Il testo, illustrato in Consiglio dei ministri, verrà poi inviato a Bruxelles e alle Camere, che hanno già calendarizzato l’esame in Aula per il 9 ottobre. La crescita viene leggermente rivista al ribasso rispetto alle stime di sei mesi fa del Documento di finanza pubblica (Dfp), che fissavano l’asticella del Pil al +0,6% quest’anno e al +0,8% il prossimo.
Il segnale positivo arriva dall’indebitamento: grazie al buon andamento della spesa primaria netta, il deficit che ad aprile veniva stimato al 3,3% è ora proiettato sul 3%, agganciando una soglia cruciale per poter sperare nell’uscita dalla procedura per deficit eccessivo avviata nel luglio 2024 con un anno d’anticipo (il Dfp immaginava la discesa sotto il 3% nel 2026, con deficit al 2,8%).
A Bruxelles non ci si sbilancia: per la chiusura della procedura il deficit «deve essere sotto il 3%, credo che il 2,9% sia un buon valore», spiega un alto funzionario europeo, aggiungendo che comunque tutto andrà verificato e la decisione sulla base dei dati per il 2025 sarà presa nella primavera del 2026, quando i dati saranno definitivi. Per quanto riguarda le misure della manovra il Dpfp ne traccia un primo scheletro.
Ma la definizione degli interventi prenderà forma nelle prossime settimane, prima con il Documento programmatico di bilancio atteso a Bruxelles il 15 ottobre e poi con l’arrivo entro il 20 alle Camere della legge di bilancio. La priorità da cui si parte è il taglio dell’Irpef, che interesserà quest’anno il ceto medio, con una riduzione di due punto della seconda aliquota dal 35% al 33% per i redditi da 28mila a 50mila euro.
Le famiglie
Si studiano anche nuove misure per le famiglie, a partire da un nuovo intervento sulle detrazioni con il quoziente familiare. Chiede «certezze» Confindustria, avvertendo che gli incentivi stanno finendo e serve «una continuità di misure».
Alle richieste degli industriali risponde il viceministro dell’Economia Maurizio Leo che ribadisce l’obiettivo di rendere l’Ires premiale strutturale, semplificandola. Sempre per le imprese, dopo le difficoltà di Transizione 5.0, si lavora anche ad «uno strumento incentivante orizzontale», annuncia il ministro delle Imprese Adolfo Urso, con «risorse nazionali».
Per la sanità l’obiettivo è raccogliere 2-3 miliardi in più oltre ai 4 già previsti dalla scorsa legge di bilancio: l’urgenza è quella di migliorare gli stipendi e far entrare nuove persone, mentre al Ministero della Salute si lavorerebbe già ad un piano da 27mila assunzioni, dando la priorità agli infermieri. Manovra che potrebbe rinnovare anche le risorse per le Zes: l’impegno è quello che «la dotazione finanziaria venga confermata e migliorata».
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