L’utilizzo dell’AI sul lavoro è passato dal 12 al 46% in un anno

L'utilizzo dell'AI sul lavoro in Italia è passato dal 12% nel 2024 al 46% nel 2025. È quanto emerge dalla seconda edizione studio EY Italy AI Barometer, realizzato da EY, che ha coinvolto oltre 4.900 intervistati provenienti da 9 Paesi europei, di cui 539 professionisti di imprese italiane in diversi settori.
«L'intelligenza artificiale non è più una tecnologia emergente, ma una realtà concreta che sta già generando valore per le imprese – commenta Giuseppe Santonato, AI Leader di EY Europe West –. Il 52% del top management ha rilevato benefici tangibili in termini di riduzione dei costi e aumento dei profitti. Tuttavia, il vero salto di qualità arriverà quando sarà accompagnata da una cultura diffusa e condivisa. Colmare il divario di consapevolezza tra leadership e dipendenti è oggi una priorità strategica: serve un investimento concreto in formazione, governance e accessibilità per rendere l'AI una leva inclusiva e sostenibile di trasformazione».
L’esperienza con l’AI
Oltre l'80% degli intervistati valuta in maniera positiva la propria esperienza con l'AI e le imprese stanno supportando l'integrazione delle nuove tecnologie nel proprio business. In Italia, l'uso dell'AI è trainato da applicazioni che migliorano la produttività individuale, come la scrittura di testi (60%), gli assistenti vocali (47%) e i chatbot (40%). Tuttavia, la sicurezza e la protezione dei dati (53%), la user experience (40%) e i costi (32,5%) restano i principali fattori di attenzione per gli utenti.
I manager
Secondo lo studio, il 59% di coloro che hanno ruoli manageriali, inoltre, ha incrementato l'uso dell'AI rispetto al 39% del resto dei dipendenti. Questo dato conferma un trend già rilevato nel 2024, quando il 69% dei manager dichiarava un impatto diretto dell'AI sul proprio ruolo, contro il 49% dei non-manager. Il top management non solo guida l'adozione, ma dimostra anche una maggiore consapevolezza degli aspetti normativi ed etici: il 74% di questi dichiara di conoscere il framework etico adottato dalla propria organizzazione, contro il 47% dei dipendenti. Infine, la maggior parte dei dipendenti indica che la leadership della propria azienda incoraggia attivamente l'implementazione e l'integrazione delle tecnologie e iniziative legate all'intelligenza artificiale.
Formazione
Il tema della formazione si conferma importante, ma si evidenzia un disallineamento nella percezione degli sforzi formativi: mentre quasi la metà del top management ritiene che i dipendenti abbiano ricevuto un training adeguato, solo il 20% di questi ultimi condivide questa opinione. Questo gap evidenzia la necessità di rafforzare l'implementazione di programmi di formazione più efficaci e inclusivi.
Inoltre, sempre secondo lo studio, la maggior parte dei lavoratori ha già compreso che il successo futuro passerà dalle competenze in ambito AI: il 64%, infatti, sta investendo nella propria formazione sull'argomento, sia privatamente (26%) che professionalmente (22%), entrambi il 16%. In quest'area, l'Italia presenta la quota in percentuale più alta sul campione europeo, seguita da Spagna e Germania.
L'esperienza diretta con l'AI si conferma un fattore chiave per una maggiore comprensione e accettazione della tecnologia: tra chi utilizza attivamente l'AI (77%), prevale un atteggiamento positivo e consapevole, mentre tra chi non la utilizza (23%) emergono incertezza e timori, spesso legati a una conoscenza superficiale.
I settori
Secondo lo studio, infine, l'AI sta generando benefici tangibili in molteplici ambiti, contribuendo sia alla riduzione dei costi sia all'aumento dei ricavi. I settori che ne traggono il maggiore vantaggio includono l'energia e le risorse e lo sport, dove la totalità degli operatori segnala un impatto positivo. Anche il settore bancario, dei mercati dei capitali e dei servizi finanziari mostra un'adozione significativa, con l'88% che riconosce miglioramenti tangibili. L'industria manifatturiera avanzata (80%) e il settore scientifico (75%) seguono da vicino, confermando come l'AI stia diventando un motore strategico di trasformazione e competitività in contesti sempre più diversificati.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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