Economia

Le aziende in viaggio a Bruxelles: «L’Europa è un’occasione per tutti»

La bresciana Setam, E-Vai e Landi Renzo raccontano la trasferta di due giorni per avvicinarsi alle istituzioni comunitarie
La sede della Commissione europea a Bruxelles - © www.giornaledibrescia.it
La sede della Commissione europea a Bruxelles - © www.giornaledibrescia.it
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La miglior risposta alla domanda sul perché un’azienda dovrebbe recarsi a Bruxelles arriva proprio da quelle imprese che dalla capitale belga sono appena tornate, dopo due giorni di viaggio «esplorativo» insieme alla società di consulenza Ibs Consulting.

«La primissima osservazione che mi viene da fare riguarda esattamente l’esserci fisicamente, il partecipare di persona a discussioni e confronti -. racconta dal Belgio Davide Broglia, amministratore delegato della Setam di Flero, azienda del gruppo Farco specializzata nell’ambito ambientale, dalla consulenza alla progettazione fino alla gestione dei processi degli impianti -. Vedere coi propri occhi e sentire con le proprie orecchie ti permette infatti di capire sul serio certe dinamiche, che altrimenti restano solo un sentito dire».

Dello stesso avviso è Valentina Temporelli, vice presidente dell’area business development della Landi Renzo, "multinazionale tascabile" con quartier generale a Cavriago (Reggio Emilia): «Già solo venire qui ti fa comprendere che fare squadra è una componetene fondamentale per potersi muovere in Europa - spiega Temporelli -. Come gruppo leader nel settore della mobilità sostenibile abbiamo messo in campo un piano strategico al 2026 molto ambizioso, che prevede grandi investimenti soprattutto nel settore dell’idrogeno. Da soli però non potremmo farcela perché per metterlo a terra servono risorse finanziarie che un’azienda media non può da sola permettersi».

Le pmi

E se a dirlo è una realtà da 1.200 dipendenti e circa 300 milioni di euro di fatturato, per un pmi tale affermazione è ancora più veritiera. «Un po’ per mancanza di cultura "europea" un po’ per limiti dimensionali le piccole e medie imprese sono le più in difficoltà quando ci sono da cogliere le opportunità offerte da Bruxelles - conferma Broglia, che riveste anche la carica di vicepresidente del settore Terziario di Confindustria Brescia -. Per interloquire però con le istituzione comunitarie bisogna essere da un lato affiancati da società esperte, dall’altro è necessario aver già messo nero su bianco un progetto. Perché venire qui senza sapere cosa fare rischia di essere controproducente dinanzi alla miriade di possibilità offerte da programmi e fondi».

Setam si è imbarcata per Bruxelles con in tasca l’idea di realizzare un innovativo progetto di filiera per gli impianti di depurazione che sfrutta l’intelligenza artificiale, così come con le idee ben chiare è sbarcata a Bruxelles E-Vai, azienda dal 2016 parte del gruppo Ferrovienord e che gestisce i servizi di car sharing 100% elettrico in più di 100 Comuni lombardi (oltre 400 auto e 300 postazioni), Brescia compresa dove il servizio AutoMia fa capo al Comune.

Fondi e programmi

«Negli anni scorsi abbiamo già ottenuto finanziamenti dall’Europa, dal programma Life a Horizon 2020 per lo sviluppo di una batteria per motori elettrici da materiali esausti e, in partenariato con realtà svizzere, per il car sharing tra Valtellina e Bernina grazie all’Interreg e al Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) - racconta Francesco Pedol, head of New business development di E-Vai (34 dipendenti, 4,3 milioni di fatturato nel 2021) -. Al momento stiamo studiando le linee guida europee per capire dove dirigere i nostri sforzi. Esserci però è sempre importante e anche i neofiti non devono avere paura perché non si è mai soli»-

Il riferimento di Pedol è alla Delegazione a Bruxelles di Regione Lombardia, una struttura radicata da tempo «e che è una sicurezza per qualsiasi aziende voglia approcciarsi alle istituzioni comunitarie - aggiunge -. Personalmente credo che soprattutto le società di produzione abbiano tanto da guadagnare venendo qui». E non è solamente una questione economica, «sebbene sia uno dei principali vantaggi» evidenzia Temporelli, ma anche di metodo.

«Come gruppo è la prima volta che veniamo fisicamente e fin dal primo momento sono rimasta colpita dalla volontà di tutti i partecipanti al viaggio, aziende che in molti casi ho incontrato per la prima volta, di voler collaborare e fare squadra - aggiunge -. In Italia, e questo è uno dei nostri principali difetti, siamo abituati a fare le cose da soli. Qui invece non è possibile, bisogna agire insieme, con uno scopo comune, perché è difficile che progetti complessi tipo il nostro possano essere finanziati senza un partenariato».

Presidiare fisicamente Bruxelles garantisce perciò opportunità che, accanto alla dimensione economica, offrono la possibilità di ripensare il proprio modo di lavorare e di rapportarsi alle progettualità. E le porte dell’Europa per le aziende non sono semplicemente aperte, sono spalancate.

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