Costo energia, maxi bollette a 9 zeri sfiancano le industrie bresciane

Il costo dell'energia è un tasto dolente per le famiglie ma lo è anche per le imprese, in modo particolare per le «energivore», quelle che fondono o lavorano i metalli, sono impegnate nella produzione di cemento, vetro e ceramica, nella chimica, con la carta, con la lavorazione di materie plastiche e gomma, e nell’alimentare addetto alle lavorazioni meccaniche.
Le proiezioni di Confindustria
A far capire quanto incidano i costi energetici su una buona parte del sistema aziendale ci sono le stime che ogni anno il Centro studi di Confindustria Brescia realizza sui consumi dell’industria della nostra provincia, veri e propri «bollettoni» che rendono bene l’idea dell’incidenza di gas e elettricità sulle attività lavorative, nonostante siano al netto degli oneri fiscali e delle varie voci di spesa.
Per quest’anno ad esempio le proiezioni di Confindustria aggiornate a giugno indicano una spesa stimata di 1 miliardo e 273 milioni di euro, cifra che si è mantenuta simile anche nell’aggiornamento di settembre. L’anno scorso l’esborso del sistema industriale bresciano era stato di 1 miliardo e 167 milioni, inferiore del 9% su quello stimato per il 2025 ma maggiore del 109% su quanto pagato mediamente tra 2018 e 2019 (in quest’ultimo ci si era fermati a 586 milioni), i due anni pre-Covid.
Anni difficili
Dell’ultimo quinquennio fanno parte anche il miliardo e 469 milioni del 2023 e l’impressionante cifra di 3 miliardi e 816 milioni di euro pagata nel 2022, il primo anno dello stop all’importazione in Europa del gas russo.
Con queste premesse non è difficile immaginare che il costo dell'energia sarà anche per l’immediato futuro una delle variabili destinate a creare più problemi di bilancio alle imprese, una prospettiva che sta inducendo le più energivore a investire in impianti solari per mettersi al sicuro da salassi e sorprese.

L’indagine di Confartigianato
Per analizzare questa situazione è stata realizzata di recente anche un’indagine sui prezzi al consumo di elettricità, gas e altri combustibili pagati dalle imprese. A compierla, nei primi sette mesi del 2025, è stata Confartigianato Brescia (su dati Istat), che ha rilevato come in Italia i costi siano stati superiori del 49,8% rispetto alla media del 2021, l’immediato periodo post Covid. In Lombardia l’incremento è stato ancora più alto e ha raggiunto la media del 52,8%, con Brescia a +51%. La questione potrebbe ripercuotersi sul benessere della nostra società perché toglie competitività all’industria del Paese sui mercati internazionali. Anche in questo caso i numeri evidenziano una situazione non facile da sostenere.
Premesso che da noi nel 2024 il costo medio del megaWatt/ora all’ingrosso è stato di 109 euro, in Germania si è pagato 78 euro, in Spagna 63 euro, in Francia 58 euro e nei Paesi Bassi 85 euro, anche se poi ci sono nazioni come il Portogallo e il Belgio dove il prezzo è stato ben superiore e si è arrivati rispettivamente a 236 e 275 euro per megaWatt/ora.
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