Economia

Perché serve tenere in casa almeno 70 euro in contanti, come dice la Bce?

La Banca centrale europea consiglia di avere sempre banconote pronte nelle prime 72 ore per le esigenze in caso di crisi, come lo sono state la pandemia di Covid, l’invasione russa in Ucraina e il blackout in Spagna. Si avvicina però il lancio dell’«euro digitale»
La Bce consiglia di tenere in casa soldi in contanti
La Bce consiglia di tenere in casa soldi in contanti
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Un invito che potrebbe apparire insolito, anche contraddittorio, soprattutto perché arrivato dalla Banca centrale europea: in caso di crisi è meglio avere delle banconote a portata di mano, pronte da spendere.

Il messaggio è contenuto in uno studio allegato all’ultimo Bollettino economico, dal titolo eloquente «Keep calm and carry cash» («Mantieni la calma e porta con te del contante»), firmato dagli economisti Francesca Faella e Alejandro Zamora-Pérez. La raccomandazione è quella di conservare in casa una somma di liquidità sufficiente a coprire le esigenze primarie per almeno 72 ore. In concreto si tratta di una cifra compresa tra i 70 e i 100 euro per ciascun componente della famiglia.

Una misura che non è nuova: in Paesi come Austria, Olanda e Finlandia questa abitudine è già consolidata. La cosa che colpisce è che a suggerirla ora sia proprio la Bce, storicamente favorevole alla digitalizzazione dei pagamenti e impegnata nello sviluppo dell’euro digitale. Ma non si tratta di un cambio di rotta: più che una rivalutazione del contante rispetto ai pagamenti elettronici, l’indicazione viene presentata come un consiglio pratico, legato all’incertezza dei tempi e alla necessità di essere pronti ad affrontare imprevisti. Non dunque una «resa» al denaro contante, spesso percepito come strumento utile soprattutto per sfuggire alla tracciabilità, bensì una precauzione di buon senso per fronteggiare eventuali emergenze.

Euro in contanti - © www.giornaledibrescia.it
Euro in contanti - © www.giornaledibrescia.it

«Offre un’utilità psicologica e pratica distinta, che spiega la sua ben documentata resistenza a livello globale. La teoria degli asset sicuri spiega in parte le corse verso le passività garantite dallo Stato in tempi di incertezza  – recita lo studio –. Tuttavia, l’attrattiva del contante è amplificata dalla sua natura tattile, che trasmette conforto e senso di controllo, e dalla sua funzionalità offline, che diventa essenziale in caso di guasti dei sistemi digitali».

I casi passati

La Bce nel documento porta in tal senso alcuni esempi, a cominciare da quanto avvenuto durante la pandemia di Covid. Il suo inizio nel 2020 «ha innescato un aumento straordinario e duraturo della domanda di banconote in euro, a conferma del ruolo cruciale del contante nei periodi di forte incertezza. Alla fine dello stesso anno, l’emissione netta cumulata di banconote era cresciuta di oltre 140 miliardi di euro, ossia più del 130% rispetto alla media annua del periodo pre-pandemico (circa 55 miliardi tra il 2015 e il 2019) – recita il testo –. Anche nel 2021 l’“eccesso” di circolazione restava significativo, attestandosi intorno ai 55 miliardi. Questo incremento si è verificato nonostante il calo nell’uso quotidiano del contante, dovuto a timori sanitari, restrizioni e alla rapida diffusione dei pagamenti digitali e contactless».

Un ulteriore esempio è fornito in merito all’invasione della Russia in Ucraina nel febbraio 2022. Tra i fattori che hanno alimentato la domanda di contante vi erano i timori di possibili cyberattacchi russi alle infrastrutture digitali critiche. «L’incertezza seguita all’invasione dell’Ucraina è stata evidente anche nell’Indice di Rischio Geopolitico, che nel marzo 2022 ha toccato il terzo valore più alto del XXI secolo, rafforzando la percezione del contante come bene rifugio tangibile e affidabile».

Una centrale elettrica
Una centrale elettrica

Il più recente caso invece fa riferimento al blackout avvenuto in Spagna il 28 aprile 2025. Questo episodio ha mostrato la doppia funzione del contante: mezzo di pagamento resiliente e offline, ma anche riserva di valore tangibile in caso di gravi guasti infrastrutturali. «Nelle zone della Spagna peninsulare colpite dal blackout i prelievi agli sportelli sono crollati – si legge nel rapporto –, ma le persone hanno probabilmente fatto affidamento sul contante già in loro possesso».

Utilità

In conclusione la Bce evidenzia come «questa domanda di contante indotta dalle crisi deriva dalle sue caratteristiche fondamentali: esso offre un’utilità psicologica e pratica distinta, che spiega la sua ben documentata resilienza a livello globale – le tesi finali di “Keep calm and carry cash” –. Questi risultati e riflessioni confermano il crescente riconoscimento, da parte delle autorità, del ruolo del contante come componente essenziale della preparazione nazionale alle crisi.

Banche centrali, ministeri delle finanze e agenzie di protezione civile in diversi Paesi raccomandano ora alle famiglie di mantenere una riserva di contante sufficiente per più giorni di acquisti essenziali. Ad esempio, le autorità di Paesi Bassi, Austria e Finlandia suggeriscono di tenere da circa 70 a 100 euro per ogni membro della famiglia, o comunque una somma adeguata a coprire i bisogni primari per circa 72 ore».

Euro digitale

In tutto questo nei giorni scorsi la presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde ha annunciato come l’euro digitale «dovrebbe essere pronto per il lancio in un paio d'anni», anche per rispondere alla sfida americana delle stablecoin ancorate al dollaro. Ciò conferma la volontà europea di non tornare indietro sulla question contante, bemsì di spingere con forza sulla digitalizzazione.

Con l’euro digitale si intende una moneta pubblica in tutto equivalente al contante salvo l’essere immateriale, controllata dalla stessa Bce. «Attualmente non esiste un’opzione di pagamento digitale europea che copra l’intera area dell’euro – spiega l’istituto –. In 13 paesi su 20 si utilizzano circuiti internazionali per i pagamenti con carta. L’euro digitale sarebbe un mezzo di pagamento elettronico europeo accessibile e accettato in tutti i paesi dell’area dell’euro». 

Gli importi in euro digitali sarebbero memorizzati in un portafoglio elettronico (wallet), che gli utenti creerebbero presso la propria banca o un intermediario pubblico. «Con questo strumento si potrebbero effettuare tutti i consueti pagamenti elettronici, nel negozio vicino a casa, online, a un amico…, tramite telefono o carta, online o offline».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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