Il Festival pianistico si chiude con la serata per la Croce Rossa

Festa della Croce Rossa e della musica, questa sera al teatro Sociale, per l’ultimo appuntamento del Festival pianistico di Brescia e Bergamo. Prima del concerto Carolina David, presidente del Comitato di Brescia della Croce Rossa ha accennato alla ricorrenza dei 160 anni della fondazione sottolineando la finalità di «aiutare le persone, sempre e dovunque». È poi entrata in scena l’Orchestra dei Pomeriggi musicali diretta da Pier Carlo Orizio per eseguire l’Inno della Croce Rossa composto nel 1901 da Ruggero Leoncavallo. L’avvio vero e proprio del programma si è avuto con la Pavane di Fauré, accolta dal pubblico con un lungo applauso, anche per l’intensità del solo iniziale del flauto.

Il concerto

Ecco quindi il momento più atteso della prima parte con il «Concierto de Aranjuez» di Rodrigo affidato alla chitarra di Giulio Tampalini. L’affermato solista concittadino, uno dei maggiori virtuosi delle sei corde oggi in attività, ha offerto una prova superlativa, donando alla chitarra una voce ricca di mille sfumature, nell’agilità, nei passi energici, nel magnifico e intenso cantabile. Il suo fraseggio, preciso e lirico, ha colto l’essenza multiforme del capolavoro di Rodrigo, sospeso tra un elegante neoclassicismo e la struggente tristezza dell’Adagio. Dinanzi all’entusiasmo del pubblico Tampalini si è congedato con lo spettacolare «Tango en Skaï» (letteralmente, «Tango in similpelle») del francese Roland Dyens.

L’autore stesso ha spiegato che il pezzo è una sorta di caricatura del vero tango argentino, e pertanto non deve essere suonato in modo «classico-serioso», ma con ironia e dinamismo. Dopo l’intervallo ha fatto il suo ingresso Ettore Pagano, giovane violoncellista tra i più brillanti della sua generazione. Nel Concerto opera 107 di Shostakovich ha saputo trasmettere l'umorismo caustico e la tragicità del compositore russo con una padronanza tecnica strabiliante. L'orchestra diretta dal maestro Orizio si è dimostrata affidabile e versatile nell’interazione con il solista. Entusiasmo alle stelle e un bis del compositore lettone Vasks.