«Echoes»: in mostra i testamenti dal XV al XIX, da Romanino ai Mille

Echi del passato, parole di chi non c’è più, da leggere e ascoltare seguendo un originale percorso espositivo. Sono i «racconti in prima persona» scaturiti dal riordino dei fondi testamentari dell’Archivio di Stato di Brescia: scritti dettati da uomini illustri e da persone comuni che, guardando alle ultime ore della vita, hanno elencato i propri beni e designato i futuri eredi. A far conoscere questi documenti sarà la mostra «Echoes. Voci dai testamenti», che si inaugura venerdì 13 giugno, con apertura dalle 15.30 alle 19, nella sede dell’Archivio in via Galileo Galilei 44 (prenotando al numero 030-305204 o all’indirizzo as-bs@cultura.gov.it).
Il percorso
Dalla sala espositiva dell’Archivio, un percorso guidato fino a uno dei depositi proporrà una selezione di testamenti redatti dal XV al XIX secolo. È un viaggio multimediale, frutto di un lavoro di storytelling. Accanto agli originali esposti nelle teche e alla loro trascrizione, i visitatori troveranno pannelli, video e un touch screen sul quale sfogliare il corposo testamento (l’unico non di proprietà dell’Archivio) del condottiero rinascimentale Bartolomeo Colleoni, morto nel 1475: la prima delle molte pagine è abbellita da una elegante miniatura con il ritratto di Bartolomeo. Alla fine dell’itinerario, si ascolteranno anche le voci di due autori dei testamenti; interpretati non da attori, ma dagli stessi archivisti che alla mostra hanno lavorato.

Ricerca
Come spiega la direttrice Debora Piroli, con questa mostra prosegue un’attività già avviata, per avvicinare i cittadini alla vita concreta di cui il patrimonio archivistico è custode, «abbattendo le barriere fisiche e cognitive dei luoghi della cultura, come richiesto dal Pnrr».
L’anno scorso sono stati esposti e commentati documenti della Questura relativi alla strage di piazza della Loggia del 28 maggio 1974. Nell’ottobre prossimo, una mostra sarà dedicata ad alcuni rilevanti delitti avvenuti nel primo ’900. E anche nel caso dei testamenti, non abbiamo di fronte solo aridi documenti legali: tra le righe emergono «frammenti di vita, affetti, storie d’amore, perdono, memoria».
I testamenti
Accenna ad alcune di esse Giuseppe Merlo, storico dell’arte e archivista, che ha riordinato il fondo della Cancelleria Camerale contenente documenti databili dal 1461 al 1801: «Troviamo il testamento di una sedicenne orfana e malata di tisi; quelli dei pittori Romanino e Gambara; del sacerdote Giuseppe Pezzucca e della nipote Marta, benefattori dell’Ospedale Maggiore nel ’700; di una donna che, dopo aver sepolto quattro mariti, lascia il materasso in eredità a un’amica, esigendo però che venga venduto dopo la sua morte…».
Non mancano i lasciti legati alle epidemie di peste e colera: il 23 settembre 1630 «Augustini de Mandonis» fa trascrivere le sue volontà «in questi infortunosi tempi di così terribil contagio, essendo egli infermo di carboni et ghiandasse et così nei pericoli della morte».
Ricchi di storie sono anche i testamenti della sezione preunitaria del Tribunale civile e correzionale di Brescia (1789- 1865), riordinati dalle archiviste Sara Cazzoli e Roberta Gallotti. Qui incontriamo, tra gli altri, quello di Giulio Gaetano Morelli «d’anni 17». Il 6 luglio 1860, determinato a seguire Garibaldi in Sicilia, stabilisce come «disporre delle mie sostanze per ogni eventualità», considerando che «certamente io vado ad essere esposto al pericolo di rimanere sul campo».

La presentazione
Sabato pomeriggio, con la direttrice Debora Piroli, presenterà la mostra Caterina Bonzo, docente di Storia del diritto medievale e moderno all’Università di Torino. Parleranno poi gli esperti che hanno riordinato i fondi da cui sono tratti i documenti, e la storica delle arti decorative Paola Bonfadini, che ha analizzato le miniature del testamento di Colleoni. L’esposizione sarà visitabile fino al 31 agosto, da lunedì a venerdì dalle 8 alle 15. Ingresso gratuito, consigliata la prenotazione.
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