Cultura

Idee e narrazioni al passo con i tempi: la Gen Z racconta la Capitale della Cultura

Arianna Colzi
Gli studenti di 20 anni hanno realizzato un progetto di comunicazione che al termine del corso hanno presentato come una agenzia
Play your story - Il gruppo di lavoro (e gioco) all’interno della Biblioteca Queriniana
Play your story - Il gruppo di lavoro (e gioco) all’interno della Biblioteca Queriniana
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Capitale della Cultura a portata di Gen Z, ovvero dei ventenni. Uno degli obiettivi di un’iniziativa nazionale così rilevante è appunto sapere attrarre (anche) i giovani e metterli in contatto con realtà tutte da scoprire.

Per questo motivo Fabrizio Martire, docente del master GeCo, Gestione dei contenuti digitali per i media, le imprese e i patrimoni culturali all’Università Cattolica di Brescia, ed esperto digital, ha lanciato un workshop nell’ambito del suo corso, «Laboratorio di Processi di creatività nella Comunicazione digitale». «Sono fortunato perché l’università mi dà carta bianca sul lavoro da impostare con i ragazzi: il mio obiettivo è avvicinarli al lavoro quotidiano di un’agenzia di comunicazione digitale», commenta Martire.

La sfida

«Quando il corso inizia, gli studenti si aspettano una lezione frontale con al massimo una presentazione o un pdf: invece quest’anno, ci ha raggiunti Francesca Bertoglio, project manager di Brescia e Bergamo Capitale della Cultura, che ha illustrato subito il brief del progetto: Comunicare la Capitale della Cultura alla Generazione Z».

I ragazzi, poi, sono stati divisi in otto squadre, le quali, dopo due mesi di duro lavoro, alla fine del corso, hanno presentato il loro stile di comunicazione come una vera e propria agenzia. «Purtroppo la scuola non insegna come relazionarti con il cliente, come muoverti e reperire ciò di cui hai bisogno per un progetto: un’immersione nella realtà aiuta i ragazzi a capire» sottolinea Martire. Per comunicare con i giovani è necessario che siano proprio loro a scendere in campo, coinvolgendo i coetanei con forme di intrattenimento meno formali e più al passo con i tempi, che permettano di scoprire le tante realtà culturali disseminate per la città: da Dungeons and Dragons, un gioco di ruolo fantasy, per immergersi nella centenaria storia della Biblioteca Queriniana a «Divertarte», che regala allo spettatore la possibilità di trasformarsi in un’opera d’arte attraverso un filtro Instagram.

Uno degli scatti prodotti per il progetto «Diventarte» - © www.giornaledibrescia.it
Uno degli scatti prodotti per il progetto «Diventarte» - © www.giornaledibrescia.it

Ampliando lo sguardo, sono diversi i poli museali italiani, dal Museo degli Uffizi di Firenze alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, che hanno scelto di comunicare la loro realtà attraverso forme di infotainment sui social, ossia dei format che incrociano informazione ed intrattenimento per raggiungere e formare una nuova platea di futuri appassionati d’arte. «Alla fine del corso ho potuto visionare i progetti finiti, aggiungendo le mie valutazioni: alcuni dei format ideati dai ragazzi hanno del grande potenziale e spero possano essere realizzati nei prossimi mesi» conclude il docente.

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