Cultura

Ferraglio, direttore della Queriniana: «La biblioteca valorizza il patrimonio custodito»

Questa intervista è parte del progetto «Interviste allo specchio», condiviso con L’Eco di Bergamo
La sala lettura della biblioteca Queriniana a Brescia - New Eden Group © www.giornaledibrescia.it
La sala lettura della biblioteca Queriniana a Brescia - New Eden Group © www.giornaledibrescia.it
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Questa intervista è parte del progetto «Interviste allo specchio», condiviso con L’Eco di Bergamo e nato in occasione del 2023, l’anno che vede i due capoluoghi uniti come Capitale della Cultura 2023. Ogni domenica i due quotidiani propongono l’intervista a due personaggi autorevoli del mondo culturale (nell’accezione più ampia), uno bresciano e uno bergamasco, realizzate da giornalisti delle due testate. Di seguito trovate l’intervista al personaggio bresciano. Per scoprire il contenuto dell’intervista all’omologo bergamasco, invece, vi rinviamo a L'Eco di Bergamo (in calce all’intervista trovate il link diretto alla pagina dedicata del quotidiano orobico).

La Capitale della Cultura non può prescindere dai luoghi «eletti». In particolare se questi spazi sono carichi di storia e tradizione, come la biblioteca civica Queriniana. Ne parliamo con il direttore, Ennio Ferraglio.

Come si riflette, nella realtà della Queriniana, la storia della cultura a Brescia?

La Queriniana non è solo una grande biblioteca, con collezioni importanti, ma è essa stessa una biblioteca storica. Contenuto e contenitore fanno parte del patrimonio culturale cittadino. È stata fondata a metà Settecento, e del secolo dei Lumi rispecchia l’accessibilità agli strumenti del sapere, che sono anche strumenti di formazione della cultura e della coscienza di una società. La storia della cultura a Brescia si rispecchia nelle collezioni della Queriniana attraverso il patrimonio documentario e librario, antico e prezioso, che ne ripercorre le diverse stagioni ed epoche, dagli albori del Medioevo a oggi.

Qualche «gioiello» ha un particolare rilievo nel patrimonio storico?

Tra i molti, manoscritti e a stampa, ne cito uno: il codice Purpureo. Si tratta di un manoscritto realizzato a Ravenna nel VI secolo, contenente la versione ariana dei Vangeli fatta da Ulfila. Deve il nome alle pagine tinte di color porpora, con scrittura in oro e argento. È un testimone preziosissimo di una stagione culturale, nel momento di passaggio tra età classica e Medioevo, molto remota e unica.

Come si è evoluto negli ultimi anni il rapporto tra la città e la sua Biblioteca?

Il ruolo delle biblioteche è oggi molto mutato rispetto al passato, non solo nella nostra città, ma nell’intero sistema delle biblioteche pubbliche. Parliamo non più solo di cultura e accesso agli strumenti del sapere, ma anche di informazione, socialità, tempo libero, aggregazione, divulgazione di alto livello, conoscenza, istruzione... necessità della vita quotidiana alle quali le biblioteche, da quelle storiche a quelle di quartiere, sono chiamate a rispondere, sia ricalibrando i servizi sia con l’aggiornamento professionale dei bibliotecari. È un processo necessario.

La Queriniana oggi: come si articola la sua attività?

È il centro del Sistema Bibliotecario Urbano, e pertanto è hub di molti servizi di pubblica lettura. È inoltre titolare di servizi specifici sul libro antico: dall’acquisto sul mercato antiquario, alla catalogazione specialistica, alla partecipazione a piattaforme e censimenti digitali nazionali e sovranazionali riguardanti il libro antico, al reference, fino alla consultazione e riproduzione dei documenti.

Come si vive l’anno di Capitale della Cultura?

Con l’omologa Biblioteca civica «Angelo Mai» di Bergamo condividiamo un progetto volto a valorizzare i rispettivi patrimoni storici e articolato in due ambiti. Il primo riguarda una mostra sui primordi della stampa a Brescia e Bergamo, intesi non solo come introduzione dell’arte tipografica nelle due città, ma anche come partecipazione e contributo delle realtà locali allo sviluppo dell’arte del libro e della sua circolazione nella produzione culturale italiana tra Quattro e Cinquecento. La mostra verrà allestita nelle due biblioteche civiche con materiali dei rispettivi fondi antichi. Il secondo ambito riguarda un ciclo di aperture domenicali, tanto in Queriniana quanto alla Mai, con visite guidate, approfondimenti ed esposizioni.

A quali prospettive si lavora per il futuro?

La Queriniana è biblioteca di conservazione. Ma conservare non vuol dire genericamente custodire il patrimonio, bensì favorirne la conoscenza. Sotto questo aspetto intendiamo procedere con il consolidamento della nostra biblioteca digitale attraverso la piattaforma «Brixiana», al tempo stesso strumento di conservazione e di fruizione (libera, gratuita e h24) del patrimonio antico e di pregio.

Leggi l'intervista a Giulio Orazio Bravi, già direttore della Biblioteca Civica Angelo Mai di Bergamo, su L'Eco di Bergamo >>

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