Alla metro Bresciadue sono spuntate quattro gigantesche colonne greche

La Redazione Web
È la nuova opera permanente «BrixiaDue» che l’artista greco Andreas Angelidakis ha realizzato per Subbrixia nella stazione di via Cefalonia. Oggi l’inaugurazione
  • «BrixiaDue», la nuova opera permanente alla metro Bresciadue
    «BrixiaDue», la nuova opera permanente alla metro Bresciadue
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    «BrixiaDue», la nuova opera permanente alla metro Bresciadue
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Quattro colonne greche nella stazione metropolitana di Bresciadue. È la nuova opera permanente chiamata «BrixiaDue» che l’artista greco Andreas Angelidakis ha realizzato per SUBBRIXIA, la collezione di arte contemporanea che si sviluppa come una grande esposizione pubblica lungo le 17 stazioni della metropolitana di Brescia, promossa da UBI Fondazione CAB, realizzata con Gruppo Brescia Mobilità e Comune di Brescia, con il coordinamento curatoriale di NERO.

L’opera site specific è stata inaugurata oggi in via Cefalonia.

Com’è l’opera

Come in un immaginario ritrovamento archeologico, quattro imponenti colonne greche della lunghezza di 13 metri ciascuna trasformano i contrafforti che sovrastano la discesa ai binari, offrendo ai passeggeri un ironico viaggio nel tempo. L’artista ha scelto di intervenire direttamente sugli elementi strutturali della stazione con un ambizioso progetto che ha richiesto una lunga fase di analisi e realizzazione.

Andreas Angelidakis, come lui stesso si definisce, è «un architetto che non costruisce»: l’architettura è per lui uno strumento di ricerca per intervenire sulle funzioni, le forme e le specificità dei luoghi, e rivelarne nuovi aspetti e significati. Angelidakis spesso sfrutta l'architettura del passato antico come un modo per decostruire la vita nel presente.

L’artista rivela come, nel corso delle sue visite a Brescia, sia stato colpito dalle colonne del Capitolium, in cui le parti ricostruite sono state realizzate in mattoni per distinguerle dal marmo delle parti originarie. Rivestite in lana di roccia e pvc, le colonne di Angelidakis nascono da questa ispirazione per entrare nella dimensione non più cronologica della sua idea di soft ruins, in cui la rovina non è altro che la realtà stessa, nel suo divenire: «Le nuovissime colonne d'acciaio della stazione – come afferma l’artista – hanno la libertà di vestirsi di antico, di suggerire una realtà in cui il tempo non è più lineare, in cui il vecchio diventa nuovo e possono essere delle colonne morbide a sorreggere il cielo».

Le opere della serie «soft ruins», realizzate con blocchi di gommapiuma rivistiti di pvc con stampe digitale, si situano in uno strano limbo tra lo spazio digitale e analogico.

Pur avendo operato inizialmente come architetto, dai primi anni Duemila Angelidakis ha smesso di progettare edifici fisici iniziando a lavorare online per creare esperienze virtuali per gli spazi architettonici. La ricerca che sta portando avanti oggi, come BrixiaDue, è molto influenzata dal suo ragionare sui volumi architettonici come fossero dei videogiochi, dove le rovine finisco per essere delle rovine del software.

L’artista

Andreas X. Angelidakis è nato nel 1968 ad Atene dove attualmente vive.

Formatosi come architetto, mantiene una pratica multidisciplinare come architetto, artista, curatore e scrittore. Tra le mostre più recenti, Center for the Critical Appreciation of Antiquity, Audemars Piguet Contemporary, Parigi, 2022; The State of the Art of Architecture, 1st Chicago Architecture Biennial, 12th Baltic Triennial, CAC Vilnius, 2015; Supersuperstudio, PAC Milano, 2015; documenta14 Atene e Kassel.

Le altre opere di SUBBRIXIA

BrixiaDue di Andreas Angelidakis inaugura dopo l’opera «Mind the Gap» (2022) di Nathalie Du Pasquier che ha reinterpretato l’ingresso della Stazione Vittoria utilizzando un materiale tradizionale, la mattonella in ceramica, per dare vita a nuove forme ed evocazioni dello spazio.

SUBBRIXIA include anche gli interventi site specific permanenti già realizzati da Marcello Maloberti (Brixia, 2015, Stazione FS) e Patrick Tuttofuoco (Gothic Minerva, 2016, Stazione San Faustino), oltre ad aver ospitato opere temporanee di Rä di Martino, Francesco Fonassi ed Elisabetta Benassi.

Il progetto proseguirà toccando tutti gli snodi sotterranei che si connettono con la città in superficie, lungo un paesaggio che si estende per 14 chilometri. Oltre che un viaggio nel tessuto urbano è un viaggio nel tempo: così come Brixia, la città del passato, oggi emerge e vive nel presente, SUBBRIXIA guarda alla città futura, letta e immaginata attraverso l’arte. Gli artisti che con le loro visioni accompagneranno il viaggio di SUBBRIXIA saranno svelati progressivamente: i loro interventi terranno conto della storia dell'architettura e del contesto progettuale delle singole stazioni e delle comunità dei quartieri attraversati, senza limiti rispetto ai media utilizzati, spaziando dall’installazione, al suono, alla scultura, ad altri linguaggi.

Il progetto

SUBBRIXIA èun progetto promosso da UBI Fondazione CAB, realizzato con il Gruppo Brescia Mobilità e il Comune di Brescia, con il coordinamento curatoriale di NERO. Avviato nel 2015 da Brescia Musei con una serie di primi interventi artistici site specific per le stazioni della metropolitana, e ripreso dalla Fondazione nel 2019, prende forma come collezione permanente di arte pubblica per la città, strettamente connessa a uno dei principali vettori del suo cambiamento.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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