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Achille Platto: la «Morcelli Repossi» custodirà le carte del poeta del Bibbiù

Gli eredi hanno donato materiali editi e inediti alla Fondazione: progetti per la valorizzazione
Achille Platto fu anche attore
Achille Platto fu anche attore
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Il dialetto «bubà» di Achille Platto ha trovato la sua casa: le carte del poeta, scomparso il 10 giugno 2023, a 75 anni, per volontà dei familiari e in particolare dei figli Giuseppe ed Edoardo, saranno custodite nell’Archivio della Fondazione Morcelli Repossi. L’arrivo delle carte nella sede dell’antica istituzione culturale di via Varisco, oggi presieduta da Claudio Baroni, è solo il primo passo di un cammino che, con varie tappe, porterà allo studio, alla digitalizzazione e alla valorizzazione dell’opera, edita e inedita, del poeta del «Bibbiù» (ma la sua produzione poetica e teatrale è ben più ampia). L’avvenimento sarà reso pubblico in anteprima nell’appuntamento di domani a Chiari, di cui riferiamo qui a fianco.

Poeta autentico e puro, Achille Platto ha fatto della sua vita una continua, tormentata e appassionata ricerca, anche di natura religiosa ed esistenziale, con una speciale attenzione al problema della lingua. Al dialetto «bubà», aveva dedicato due capolavori in versi come «Bibbiù» e «Aqua trobia», e poi aveva continuato a scavare, alla ricerca di un linguaggio contaminato, che si avvicinasse al parlato di una lingua viva, materia imprescindibile per i contenuti della sua poesia.

Platto era anche un attore dalla voce potente e dalla fisicità che si imponeva sul palcoscenico, indimenticabile, per chi abbia avuto la fortuna di assistere ai suoi spettacoli. Altri suoi testi di successo, e che hanno varcato i confini della provincia, sono «Sacra Familia» (che nel 2009 l’autore recitò da solo al Circolo Filologico Milanese, dopo aver proposto «Bibbiù» al Teatro Dal Verme di Milano), in cui utilizzò una lingua inventata, lombardo-veneta.

Altre opere

Il suo testo più intimo è «Il vetro del cielo» (2015), nato da una collaborazione artistica con la sua storica «metà teatrale», l’attrice Bruna Gozio. Poi i testi scritti per la sua Chiari, sua «patria vera» (anche se i natali glieli aveva dati Castrezzato) e rappresentati alla Morcelli Repossi: nel 2017 un’intervista teatrale a Stefano Antonio Morcelli; nel 2019 «Una barboncina alla corte degli umani», dedicato alla storia di Peg, cagnetta prodigio, un mistero irrisolto nazionale degli anni ’50.

Le opere di Platto sono state oggetto di diversi allestimenti prodotti dal Centro Teatrale Bresciano. Il poeta ha ricevuto tanti riconoscimenti dalla critica, anche nazionale, e suoi componimenti sono raccolti nelle principali antologie poetiche sui dialetti italiani. E adesso il ritorno a casa delle sue amate carte, e il ritorno dei suoi testi là dove devono stare, ovvero nella bocca di un attore, davanti ad un pubblico.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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