Tra visite ed esami i bresciani sborsano quasi 1.200 euro l’anno

Emerge dall’analisi dei 730 elaborati da Cgil, Cisl e Acli. Donne e pensionati spendono di più
Donne e persone con un reddito medio-alto spendono di più © www.giornaledibrescia.it
Donne e persone con un reddito medio-alto spendono di più © www.giornaledibrescia.it
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Tra visite, farmaci, analisi varie e dispositivi medici come apparecchi acustici e occhiali da vista, quanto spendono i bresciani in un anno? Per avere un’idea della cifra abbiamo chiesto ad Acli, Cisl e Cgil della nostra provincia quanto ammontano le spese sanitarie denunciate nei 730 ai fini della detrazione d’imposta del 19% sull’importo che supera la franchigia di 129,11 euro.

Dagli ultimi dati disponibili (dichiarazione 2024 riferita a spese 2023) è emerso che, in un campione di 130.936 persone, l’esborso medio per ragioni di salute è stato 1.184 euro. Una cifra non da poco che risulta tra l’altro in crescita negli ultimi tre anni: era 1.107 euro nella dichiarazione 2023 e 1.064 euro in quella del 2022.

Curiosità

Analizzando, poi, le differenze di importo medio delle categorie di persone che compongono il campione sono molte le curiosità che balzano all’occhio. La prima è che «più sale il reddito più si spende» osserva Marco Pedretti, amministratore delegato del Caaf Cgil Lombardia. Segno che, a fronte di una maggiore disponibilità economica, cresce la propensione a rivolgersi alla sanità privata bypassando così l’ostacolo delle liste d’attesa. «Le donne, inoltre, spendono più degli uomini – prosegue –. E i pensionati, complice l’età, spendono più dei dipendenti».

Basso reddito

Tiziana Fortunali, responsabile del Caf Cisl di Brescia, aggiunge un’osservazione sulla fascia di reddito più bassa (fino a 15mila euro): «A piccole entrate corrispondono piccole spese. Una fetta di persone che rientrano in questa categoria ha costi sanitari talmente ridotti da non poterli nemmeno dichiarare nel 730 ai fini della detrazione (perché non superano la franchigia, ndr). Sarebbe interessante capire quanti in questa fascia di reddito rinunciano alle cure per ragioni, appunto, economiche».

Per aiutare le persone anziane, fragili e con reddito basso a districarsi tra bonus e liste d’attesa la Cisl di Brescia un anno fa ha attivato uno sportello nella sede di via Altipiano d’Asiago: «L’abbiamo chiamato "Punto sociale" perché offre risposte ad ampio spettro -spiega Maria Rosa Loda, componente della segreteria provinciale della Cisl –. Ad aver bussato alla nostra porta sono state alcune decine di persone con un’età nell’80% dei casi superiore ai 55 anni. Tra queste, molte erano alle prese con difficoltà a prenotare esami e visite nei tempi indicati nella prescrizione. Le abbiamo aiutate».

Perché – ricordiamo – quando le strutture sanitarie pubbliche o private accreditate non sono in grado di erogare la prestazione nei tempi previsti dalla classe di priorità indicata dal medico nell’impegnativa è possibile rivolgersi al responsabile unico aziendale per i tempi d’attesa che è incaricato di individuare altre strutture in cui è possibile ottenere la prestazione, anche in regime di libera professione, pagando solo il ticket se dovuto (per i dettagli: www.ats-brescia.it/tempi-di-attesa-prestazioni-ambulatoriali1).

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