Caritas Brescia, triplica la richiesta di aiuto per le spese mediche

Il sostegno erogato da quaranta centri parrocchiali bresciani è passato da circa 30mila a oltre 122mila all’anno
Caritas, in aumento le richieste di contributo sanitario - Foto Pexels
Caritas, in aumento le richieste di contributo sanitario - Foto Pexels
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Povertà economica e povertà sanitaria, uno spietato binomio. Secondo il rapporto Caritas su povertà ed esclusione sociale in Italia sono in continuo aumento le persone che hanno dovuto rinunciare a prestazioni sanitarie ritenute necessarie (visite specialistiche, radiografie, ecografie, risonanze magnetiche, ecc.) a causa di problemi economici o problemi di accesso legati alle liste d’attesa: coinvolti circa 4,5 milioni di persone.

Nel rapporto si evidenzia che ormai il 25% della spesa per la salute è a carico dei cittadini, ma ovviamente non tutti sono in grado di coprire questi costi, «la sanità per censo diventa così un rischio concreto», sottolinea Marco Danesi, vicedirettore di Caritas Brescia.

I dati

I dati più recenti, ha sottolineato, fotografano una situazione in peggioramento, con tre tendenze in aumento: le condizioni delle famiglie con bambini fino a 3 anni; la grave marginalità adulta delle persone senza dimora; la povertà in solitudine degli anziani.

E ancora, facendo un focus sul nostro territorio, aumentano gli over 65 (pensionati e disoccupati) che vivono esperienze di isolamento sociale e hanno difficoltà nell’affrontare le spese quotidiane; crescono le donne (casalinghe e madri) che si rivolgono ai centri Caritas per problemi riguardanti l’acquisto di beni e generi di consumo. E ancora, aumentano anche i working poors, ovvero quei lavoratori che non arrivano a fine mese e non riescono ad affrontare spese straordinarie che chiedono piccoli prestiti.

Senzatetto raddoppiati

C’è poi un altro dato che fotografa una situazione sempre più tragica: i senzatetto sono più che raddoppiati. Giovani e anziani, uomini e donne si rifugiano adagiandosi a una fredda saracinesca chiusa o ad un muro, con indosso una coperta logora. Basta ci sia una copertura sopra la testa, questa sembra essere l’unica condizione che tutti si impongono.

Scelgono quei luoghi come fossero anfratti e cuccette, come a non voler disturbare né farsi notare. Sono, appunto, invisibili.

L’unità di strada della Caritas, che incontra le persone che non hanno trovato posto in dormitorio e vivono sulla strada, nel solo 2023 durante i viaggi serali ha incontrato ben 190 persone. L’anno precedente erano 85. I senza fissa dimora sono cresciuti del 126%.

La pandemia e la sanità

La pandemia è stata una vera e propria scure sociale. Lo confermano anche i numeri degli utenti della mensa Menni: prima erano circa 1.500, adesso in via Vittorio Emanuele II 17 bussano quasi in 2mila. Oltre mille famiglie bresciane sono state supportate con aiuti economici, mentre quasi 7mila sono state sostenute con pacchi alimentari.

Sul fronte aiuti per le spese sanitarie, Danesi spiega l’evoluzione del fenomeno. Negli anni scorsi il sostegno economico in questo ambito rappresentava una piccola parte del totale, non perché non esistesse, ma le persone preferivano coprire spese più urgenti come l’affitto per la casa, le bollette e le spese per istruzione e formazione.

Poi sono arrivati nuovi fondi, e l’emergenza (anche su questo fronte) è emersa con tutta la sua prepotenza. Al fondo «Briciole lucenti» si è aggiunto «Ti.Conto Salute», ecco quindi che le spese sanitarie sostenute dalle parrocchie tramite i centri Caritas sono passate da un totale di circa 40mila euro (ma anche meno) – degli anni fino al 2020 – per arrivare a 122mila euro nel 2023; in circa tre anni sono stati oltre 1.260 gli interventi messi in campo da 40 Caritas territoriali.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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