CronacaGarda

«Troppi turisti nell’Alto Garda? Magari, ci stiamo lavorando»

Simone Bottura
Il presidente del Parco Franceschino Risatti rilancia l’entroterra gardesano: «Presto un nuovo sito per promuovere il Parco»
Un sentiero nel Parco dell'Alto Garda - © www.giornaledibrescia.it
Un sentiero nel Parco dell'Alto Garda - © www.giornaledibrescia.it
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«Overtourism sui monti altogardesani? Magari! Ci stiamo lavorando». Il presidente della Comunità Montana Parco Alto Garda Bresciano, Franceschino Risatti, sa bene che l’entroterra dell’area protetta, e in particolare i Comuni montani di Magasa e Valvestino, non sono affatto alle prese con grandi picchi di visitatori. Anzi, questi territori – bellissimi, ricchi di storia e di pregi naturalistici e paesaggistici – hanno piuttosto il problema opposto: sono ai margini dei grandi flussi turistici di massa e, di conseguenza, accusano nei confronti dell’affollata riviera un «gap» socioeconomico che si vorrebbe colmare.

Del resto il Parco Alto Garda era stato istituito anche per questo preciso motivo: non solo strumento di conservazione ecologica, ma anche occasione di sviluppo compatibile e di promozione sociale per le comunità umane che lo abitano, con l’obiettivo di colmare lo squilibrio demografico ed economico tra la fascia costiera e l’entroterra montano, la prima intensamente investita dalla trasformazione turistica, il secondo sostanzialmente emarginato da questa evoluzione e caratterizzato dalla crisi delle economie tradizionali di montagna.

«Il nostro – dice Risatti, sindaco di lungo corso a Limone sul Garda e presidente dell’ente parco da poco più di un anno –, è il parco più bello d’Italia, nel quale è possibile fare trekking e attività outdoor tutto l’anno. È un territorio che va valorizzato e promosso, attività forse un po’ trascurate in passato». Ma ora Risatti punta a un cambio di rotta: «Stiamo organizzando un’azione promozionale che vedrà, come primo intervento concreto, la pubblicazione di un nuovo sito internet dedicato al Parco Alto Garda. Lo presenteremo il 15 settembre a Salò».

Sarà la nuova porta d’accesso virtuale al parco, tramite la quale ci si augura di «poter intercettare – continua Risatti – gli appassionati di montagna, di attività all’aria aperta, di soggiorni nel verde e nella tranquillità. Proveremo, insomma, a rubare alle Dolomiti un po’ del loro overtourism. D’altra parte – conclude Risatti - anche da noi il turismo green è cresciuto parecchio. Credo che il futuro sia quello. La domanda sta cambiando e noi, amministratori ed operatori, dovremo farci trovare pronti».

L’entroterra, opportunamente valorizzato e promosso, potrebbe rappresentare una valvola di sfogo per l’affollamento della riviera e per contribuire alla tanto auspicata destagionalizzazione dei flussi, dato che la pratica di un turismo green e outdoor può essere più piacevole nei mesi meno caldi. L’antidoto all’overtourism rivierasco è insomma occupare i luoghi (le terre alte dell’entroterra) e i tempi (la bassa stagione) oggi meno affollati, eppure dotati di un loro innegabile appeal.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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