Il Garda cresce e guarda all’entroterra sostenibile

Sul Garda comincia l’alta, anzi l’altissima stagione. Dopo le prove generali dei ponti e delle feste delle scorse settimane – l’Ascensione il 29 maggio, la Pentecoste il 9 e il Corpus Domini il 19 giugno – il lago si appresta a vivere i mesi clou dell’annata turistica. Mesi da sold out, o quasi, che genereranno grandi numeri sul fronte degli arrivi (i check-in effettuati nelle strutture ricettive) e delle presenze (i pernottamenti). Numeri che segneranno il successo o meno di una stagione che è partita sotto i migliori auspici. La posta in gioco è alta. Quella del Garda è diventata di fatto una mono-economia che si regge esclusivamente sul turismo.
Il settore
Il settore, Covid a parte, è in crescita costante da decenni. Sia nel 2023 che nel 2024 sull’intero Garda si sono registrati 6 milioni di arrivi annui e 25,5 di presenze; nel 2014 erano rispettivamente 4,5 e 20,7 milioni. Secondo l’Unwto, l’Organizzazione Mondiale del Turismo della Nazioni Unite, i flussi turistici mondiali vedranno un incremento del 57% entro il 2030. È un dato che pone con forza il tema della transizione a un modello di turismo orientato alla sostenibilità. Tema che si trova sul tavolo della politica locale anche sul Garda. «Le criticità ci sono ma non ci impediscono di guardare al futuro con fiducia», dice Stefania Lorenzoni, presidente del Consorzio Lago di Garda Lombardia e di Garda Unico, l’ente che riunisce i consorzi turistici delle sponde lombarda, veneta e trentina.
La sfida
«La sfida – continua – sarà mantenere un equilibrio tra sviluppo e vivibilità, dirottando i visitatori in località del primo entroterra che oggi si trovano un po’ ai margini dei grandi flussi turistici, eppure di grande fascino, e in quei periodi dell’anno meno frequentati». L’antidoto all’overtourism è occupare i luoghi e i tempi oggi meno affollati, eppure dotati di un loro fascino. L’entroterra del lago può rivelarsi attrattivo per il turismo green e outdoor e pure i mesi di bassa stagione possono trovare i loro estimatori. Si pensi al turismo arabo, fenomeno emergente soprattutto in alto Garda, che evita il caldo, avendone già abbondantemente in patria, e che per questo predilige la stagioni più fresche.
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