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Travagliato, Marco racconta il dramma di Giulia Cecchettin con la pittura

Il 37enne tetraplegico trasforma emozioni e cronaca in arte. Un suo quadro è stato donato al Civile e sarà esposto negli spazi Dama
Marco Verzeletti con una sua tela - © www.giornaledibrescia.it
Marco Verzeletti con una sua tela - © www.giornaledibrescia.it
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La cronaca diventa colore, le emozioni si trasformano in gesti pittorici. È così che un ragazzo tetraplegico ha trovato nell’arte un linguaggio personale e potente, capace di raccontare il mondo che lo circonda e quello che porta dentro. Si chiama Marco Verzeletti, ha 37 anni e vive a Travagliato.

Chi è

Non parla, a dar voce ai suoi pensieri sono i simboli elaborati dal computer che lui comanda muovendo il joystick della sedia a rotelle, aiutato da un’educatrice. L’arte, dal 2003, è la sua grande passione. Utilizzando mani, pennelli, la spugnetta per pulire le pentole, la macchinina giocattolo del nipotino e una tavolozza sempre vivace, realizza quadri ispirati a fatti del giorno ed emozioni. Un’attività diventata parte della sua quotidianità e che lo aiuta a combattere la monotonia.

«Per lui – racconta mamma Lia affiancata dal marito Riccardo – è un modo per trasformare la noia in gioia». Un’espressione autentica, che di recente ha assunto anche un valore simbolico: Marco ha donato una sua opera all’Ospedale Civile, gesto di gratitudine e vicinanza verso chi affronta la sofferenza. Un piccolo quadro con un grande messaggio: «Ha voluto intitolarlo "L’occhio che vede oltre", al di là dei pregiudizi, oltre le apparenze», spiega Lia.

La consegna dell'opera all'Ospedale Civile
La consegna dell'opera all'Ospedale Civile

Il quadro, giunto alla Asst attraverso l’Associazione dei familiari del Vomere di Travagliato, sarà esposto fino al 22 novembre negli spazi dedicati al convegno Dama, in programma nella Sala Faissola di Banca Intesa Sanpaolo in piazza Almici a Brescia, e successivamente al Civile negli spazi Dama che si trovano al 5° piano di scala 10.

Percorso «Dama»

Dama, ricordiamo, è un servizio che permette alle persone con disabilità che hanno bisogno di sostegno intensivo di accedere a visite, esami e ricoveri in un ambiente dedicato, con tempi più adeguati e, se necessario, sedazione. Possono aderirvi adulti e minori con disabilità intellettive, motorie o comunicative, previa impegnativa di medico o pediatra. Attualmente le persone seguite sono 237, per un totale di più di 657 percorsi avviati.

«Dama coinvolge l’ospedale tanto quanto i servizi territoriali, attraverso la rete del Coordinamento Disabilità e Fragilità. Il rapporto con le associazioni è un valore aggiunto», commenta Enrico Burato, direttore sociosanitario della Asst Spedali Civili di Brescia ringraziando tutto il personale che si dedica a questo servizio, il Vomere e naturalmente Marco.

Il 37enne frequenta il Vomere, esce con papà Riccardo e ha un sacco di amici: «I suoi ex compagni di classe vengono spesso a trovarlo, lo invitano a cene e matrimoni», riferisce la mamma. Grazie a un corso svolto alla Nikolajewka di Brescia, ha imparato a esprimersi con la Comunicazione aumentativa alternativa.

Il quadro per Giulia

Il dipinto dedicato a Giulia Cecchettin
Il dipinto dedicato a Giulia Cecchettin

Tra le opere che ha realizzato utilizzando sempre due tele – una è il negativo dell’altra – c’è quella dedicata a Giulia Cecchettin, la studentessa veneta uccisa dall’ex fidanzato nel novembre 2023: «Ciò che le è successo ha impressionato moltissimo Marco – racconta Lia –. L’opera ispirata a questo dramma è composta da chiazze rosso sangue su uno sfondo nero».

Ciò che il 37enne riesce a fare con la tavolozza dei colori è per la sua famiglia qualcosa di inaspettato, bellissimo: «Marco è un artigiano. Quando era piccolo non avremmo mai immaginato tutto ciò, siamo sbigottiti da questa sua capacità di creare. Noi non usiamo mai la parola disabilità, parliamo piuttosto di "proattività": dalla fragilità Marco ha fatto emergere una forza che sta aiutando moltissimo anche noi».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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