Trasporto pubblico senza autisti: a rischio la prima campanella

Ne mancano un centinaio e il tempo è agli sgoccioli. Gentilini (Tpl): «Potremmo dover ridurre le corse»
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Tpl, mancano 100 autisti
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Procede, a fatica. Arranca. Va a rilento. Prova a garantire un servizio nelle maglie di un sistema che però assomiglia sempre più a una gruviera. È il tanto discusso e martoriato Tpl (acronimo di Trasporto pubblico locale) di Brescia, che da anni fa fronte ad una piccola grande emergenza dettata dalla carenza di autisti e dalle risorse risicate.

La crisi si è materializzata anche nel 2023, anno di luci ed ombre con alcuni segnali di ripresa, ma anche con forti segnali di caduta rispetto all’anno precedente.

Criticità

Due numeri con base di partenza: in un anno si sono perse 43mila corse in ambito extraurbano e 14mila nell’area urbana di Brescia. Stavolta, però, la situazione peggiore sembra essere in città. Secondo il report dell’Agenzia del Tpl di Brescia, nei lotti I e II extraurbani sono saltate 3.318 corse (lo 0,45% del totale programmato), il 65% in meno rispetto al 2022 (quando vennero soppresse ben 9.700 corse). Nonostante ciò l’offerta complessiva per i bresciani è calata progressivamente, dato che le percorrenze si sono ridotte del 3,5% per un totale di 582mila bus-km in meno. Ma è il servizio di area urbana che ha visto un vero e proprio boom di soppressioni, che sono quadruplicate rispetto al 2022.

Lo scorso anno in città sono infatti saltate ben 8.326 corse (l’1,54% del totale), mentre nel 2022 erano state «solo» 2.108. Alla fine dell’anno in città la riduzione dell’offerta è stata pari al 2,3% (-190mila chilometri percorsi dai bus).

«Ma in città la gestione è più complessa perché le linee sono coperte a flusso continuo, che quindi resta garantito», precisa il presidente dell’Agenzia del Tpl Giancarlo Gentilini.

In Valcamonica

Ma anche in Valcamonica gli spostamenti non sono stati sempre semplici, a causa delle 3.254 corse saltate (lo 0,78% del totale). A mettere nero su bianco le ragioni delle difficoltà è la stessa Agenzia guidata da Gentilini. Così si legge nel rapporto discusso lo scorso 10 luglio: «Le riduzioni di offerta non sono tanto imputabili a problemi di carattere finanziario degli Enti Regolatori quanto alla crescente difficoltà di mantenere in organico un adeguato livello quantitativo di personale di guida. Ciò ha richiesto l’aumento dei servizi in regime di sub-affido (nel caso del Lotto Nord si arriva al 36%, con oltre 3 milioni di chilometri su 8,5 milioni)».

Ragazzi all'uscita di scuola in attesa di un autobus - © www.giornaledibrescia.it
Ragazzi all'uscita di scuola in attesa di un autobus - © www.giornaledibrescia.it

Mancano oltre cento conducenti

Il problema è cronico e sempre più profondo: oggi all’appello mancano infatti oltre cento conducenti, che le aziende non riescono a trovare per coprire il fabbisogno del servizio di trasporto pubblico locale nel Bresciano.

A questo proposito Gentilini aggiunge: «La carenza di autisti diventa la foglia di fico per non poter dare servizi migliori. Pur avendo più risorse oggi non saremmo in grado di spenderle».

Bus a rischio? In uno scenario così complesso, la prima campanella resta un’incognita. Ecco perché si è scelta la strada del male minore. «È meglio ridurre la quantità del servizio e garantire ciò che si dichiara. Se sono previste dieci corse devono essere effettuate e devono essere in orario. Non può succedere come nel 2022, quando in modo random venivano cancellate le corse con le persone già alla fermata. Non è accettabile. E a settembre - conclude Gentilini - confidiamo che quando verranno pubblicati gli orari definitivi il servizio sarà garantito».

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