Tegola sul processo Strage, il giudice Spanò chiede di astenersi

Doveva ripartire ieri. Forse non riprenderà nemmeno il prossimo 20 ottobre, lunedì al quale, preso atto del referto medico che certifica l’indisponibilità del presidente della Corte d’assise, era stato aggiornato. A pesare sulla prosecuzione e sui tempi del processo a carico di Roberto Zorzi, l’ex ordinovista veronese accusato della fase esecutiva della Strage di piazza della Loggia, non sono tanto le condizioni di salute di Roberto Spanò, ma soprattutto le sue recentissime vicende professionali.
«Delegittimato»
Il riferimento è alla pratica della sua incompatibilità - per i 17 anni nello stesso tribunale dove da pm lavora anche la moglie - e soprattutto gli strascichi che, nonostante l’archiviazione decisa dal Csm, questo passaggio ha prodotto. Le dichiarazioni del presidente del plenum del Consiglio superiore di magistratura Fabio Pinelli, secondo il quale la convivenza del marito giudice con la moglie pm nello stesso tribunale pone una questione ordinamentale tale da offuscare l’immagine stessa dell’amministrazione della giustizia, per Spanò «pesano come macigni».
Il magistrato lo ha scritto nella dichiarazione di astensione dai processi penali al quale è stato applicato dopo il suo trasferimento alla sezione civile. «Il vicepresidente del Csm Fabio Pinelli - si legge nella richiesta inviata da Spanò al presidente del Tribunale di Brescia Stefano Scati, e per conoscenza al presidente della Corte d’appello e al Csm - ritiene che la questione, pur risolta formalmente tramite il mio trasferimento alla sezione civile, non possa esaurirsi nella mera constatazione della cessazione della causa di incompatibilità: non basta essere imparziali ma apparire anche imparziali».
Per Spanò, si legge sempre nella sua richiesta di astensione, «è evidente come le parole pronunciate dal vicepresidente Pinelli gettino una pesante ombra di delegittimazione non solo rispetto alla possibilità da parte mia di continuare a svolgere a Brescia funzioni penali, ma, più in generale, sulla credibilità dello stesso Tribunale, soprattutto nel momento in cui mi venga richiesto di continuare a presiedere un processo di assoluta rilevanza come quello dell’attentato terroristico del 1974 in Piazza della Loggia».
Il Tribunale
Sulla richiesta di astensione del giudice l’ultima parola spetta ora al presidente del Tribunale. «Seguo minuto per minuto la questione - ha detto Stefano Scati - perché conosco l’importanza che ha per Brescia il processo sulla Strage di piazza della Loggia. Sulla richiesta di astensione del dottor Spanò deciderò a breve».
Indipendentemente dalla sua scelta, i progressi fatti dal processo sull’attentato dovrebbero essere in salvo. Le 14 udienze celebrate sino ad ora sono state video registrate, il che mette al riparo dalla necessità di ripartire daccapo. La questione sarà semmai di tempi: quelli necessari per trovare il presidente di Corte d’assise al quale affidare il ponderoso fascicolo e quelli per consentire a quest’ultimo di studiare una vicenda processuale che compirà 52 anni a brevissimo.
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