Sicurezza stradale, le istituzioni: «Servono cultura e prevenzione»

«Conoscere per intervenire». Da qui bisogna partire per limitare il numero degli incidenti, delle vittime e dei feriti. L'Auditorium San Barnaba ha ospitato la sesta Conferenza sulla sicurezza stradale, organizzata dall'Università di Brescia, il Rotary Club, CeScam (Centro studi città amica per la sicurezza nella mobilità), 1000 Miglia Srl e Aci Brescia.
Secondo i dati Istat, nel 2024 sono morte sulle strade italiane circa 3.030 persone, un numero che purtroppo rispecchia quelle del 2023, quando furono 3.039. Per gli incidenti stradali si spendono circa 17 miliardi di euro all'anno. Nel Bresciano le vittime nel 2024 sono state invece 57 (55 incidenti mortali), di queste 7 sono morte sulle strade della città. Dati che sono ancora molto alti e che portano per forza a una riflessione.
Hanno detto
«Dobbiamo avere maggiore consapevolezza del problema – precisa il prefetto Andrea Polichetti –. I morti sulle strade sono molti di più rispetto a chi decede a causa di fatti violenti. Potrebbe essere banale, ma non dobbiamo rassegnarci: bisogna mettere in campo più prevenzione e più azioni coordinate di contrasto. Abbiamo raggiunto un accordo di collaborazione con la Regione Lombardia per la sicurezza integrata: quest'estate 20 comuni del Garda e della Valsabbia condivideranno le forze di polizia locale. Saranno così garantiti anche i servizi nella fascia notturna e nei gironi festivi».
Per garantire la sicurezza servono manutenzione sulle strade ed educazione tra i cittadini. Su questo si focalizza il consigliere provinciale delegato alle viabilità Paolo Fontana. «Collaboriamo con l'Università di Brescia per la manutenzione dei ponti, e nella creazione delle nuove opere cerchiamo di utilizzare le migliori tecnologie. Allo stesso tempo, però, promuoviamo diverse campagne informative e corsi di guida sicura tra i giovani».

Sulla stessa linea l'assessore ai lavori pubblici in Loggia Valter Muchetti: «Lavoriamo per migliorare l'aspetto infrastrutturale, ma dobbiamo anche educare all'etica e alla cultura del rispetto e della legalità. I più giovani sono al centro dei nostri progetti informativi».
È importante dunque agire sul territorio, come ricorda il rettore dell'Università di Brescia Francesco Castelli: «La sicurezza stradale è una tematica che interessa le nostre tre missioni: la ricerca, la didattica e l'impatto sul territorio. L'Università può dare il suo contributo perché tutto quello che facciamo si riversa sulla popolazione».
Un messaggio condiviso anche dalla presidente di 1000 Miglia Srl Beatrice Saottini e dal presidente di Aci Brescia Aldo Bonomi. «La sicurezza è un elemento che si fonda sulla professionalità e dobbiamo far sì che tutti acquisiscano sempre più consapevolezza», ha detto la prima, mentre il secondo ha precisato che «le vittime della strada sono un prezzo che non possiamo più permetterci di pagare, per questo dobbiamo insistere nel far passare il messaggio che serve più attenzione». L'ingegner Treccani, delegato del Rotary Club, ha sottolineato poi che «la sicurezza sulle strade è prima di tutto questione di rispetto e sicurezza: ogni vita salvata grazie alla prevenzione è un traguardo di civiltà».
C'è però un aspetto importante da tenere in considerazione. «Le strade non sono a norma – evidenzia l'ingegner Riccardo Gozio, presidente del Gruppo community Rotary safety road for life –. È vero che c'è distrazione, ma la viabilità dev'essere migliorata».
Infine l'onorevole Simona Bordonali, deputata in quota Lega, ha spiegato che «serve sì la cultura, ma importante è anche la repressione. Le norme ci sono e vanno rispettate. Il nuovo codice della strada ha creato un po' di terrorismo psicologico, ma anche cultura. Gli ultimi dati ci dicono infatti che gli incidenti stanno diminuendo».
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