Vittime della strada, per i familiari «è inutile inasprire le multe»

«Per dimezzare i 3mila morti, i 16mila invalidi, i 300mila feriti all’anno è inutile inasprire le sanzioni del Codice della strada, serve ben altro». A dirlo è Roberto Merli presidente di «Condividere la strada Onlus», associazione bresciana che unisce i famigliari delle vittime della strada.
La via per dimezzare i morti
Per Merli per centrare gli obiettivi fissati dall’Unione Europea, ovvero il dimezzamento dei dati nel decennio 2020/2030, la strada da percorrere è un’altra. «Bisogna puntare sulla cultura, sulla formazione e sull’informazione. Ogni anno gli incidenti stradali constano allo Stato 1,8 miliardi di euro, si tratta dell’1% del nostro Pil. Se parte di quel denaro fosse speso nell’adeguamento delle infrastrutture, nel potenziamento delle forze di polizia a presidio delle strade, in campagne di prevenzione e di informazione otterremmo ben altri risultati».
Il presidente dell’associazione dei famigliari delle vittime della strada cita qualche esempio virtuoso, modelli da seguire. «In Inghilterra o Svezia – dice Merli – sanno benissimo che se ti metti ubriaco al volante una pattuglia che ti ferma per strada la trovi di sicuro. Qui da noi non è così, perché le pattuglie non ci sono ed i risultati si vedono».
L’informazione
Decisivo sarebbe un investimento in informazione. Un investimento serio. «Campagne mirate, di quelle che – prosegue il presidente di “Condividere la strada” – sono in grado di persuadere la gente. Siamo sicuri che tutti conoscano la velocità con la quale si apre un airbag? Possiamo pensare che se tutti sapessero che si schianta in faccia a 245 km/h nessuno andrebbe più in giro senza cinture? Di spot e di campagne ne abbiamo girate e fatte. In Inghilterra andrebbero in prima serata prima di una partita di calcio, qui da noi sono state mandate in onda alle 23.30 del sabato sera su Rai 3. Non mi sembra il modo per combattere seriamente il fenomeno delle stragi sulla strada».
Il nuovo Codice della strada passa l’esame del Senato, ma non quello dei famigliari delle vittime. «Non è una bocciatura la mia – conclude Merli – io boccio il sistema. Norme più severe e multe più pesanti non risolvono il problema e non sono nemmeno a costo zero. Lo Stato, cui non costa nulla appesantire le sanzioni, così facendo però non risparmia certo sul costo sociale della guerra quotidiana che si combatte sulle sue strade».
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