Ricette elettroniche ancora bloccate: medici e pazienti infuriati

Altro che ricette solo elettroniche: il passaggio enunciato dalla Legge di Bilancio 2025 appare ostico e lontano considerato che in Lombardia il sistema informatico (il portale Siss realizzato da Aria) che dovrebbe dematerializzarle va in tilt anche più volte la settimana mandando su tutte le furie medici di famiglia e pazienti. Il problema, purtroppo, è annoso. E a renderlo più preoccupante, da gennaio, si è aggiunto il fatto che, nell’ambito di questa (fortunatamente) graduale «rivoluzione digitale», i blocchetti di ricette rosse – che rappresentano l’alternativa quando il Siss non funziona – siano contingentati: «Se ne possono ritirare dieci l’anno previa prenotazione – spiega Angelo Braga, medico di base dello studio San Luca di Villanuova sul Clisi –. Ci è stato raccomandato che il loro uso è da considerarsi assolutamente straordinario».
Le criticità
Dopo un anno di interruzioni continue, il 2025 per il Siss (che utilizzano anche i pediatri, i farmacisti e gli ospadali) era iniziato abbastanza bene. La scorsa settimana, però, i problemi – che rendono impossibile per i medici di base creare ricette digitali e certificati di malattia, ma anche accedere agli esiti degli esami caricati sul Fascicolo sanitario elettronico – sono stati quotidiani. Braga definisce la situazione «incredibile: che un sistema tanto complesso possa presentare dei guasti è inevitabile, ma – scrive Braga in una lettera inviata all’Ordine dei Medici – è inaccettabile che in una settimana non si riesca a porvi rimedio, che gli utenti (noi) vengano avvisati del disservizio con ore di ritardo, o addirittura che ci venga comunicata la risoluzione del problema mentre il sistema ancora non funziona. Tutto ciò mentre viene chiesto ai cittadini di rinnovare per via informatica il loro consenso a ricevere tramite sms o mail le prescrizioni da noi fatte e la Regione si pone come obiettivo la scomparsa del cartaceo».
Le ricadute della situazione sono pesanti: «La nostra segreteria è affollata di pazienti che non hanno potuto ricevere ricette per via informatica, spesso ingiustamente alterati nei nostri confronti con ulteriore aumento di recriminazioni e conflittualità già elevati a causa dei tempi lunghissimi di attesa per ottenere prestazioni specialistiche».

I timori
Il problema è già all’attenzione dell’Ordine dei Medici di Brescia, che se ne farà interprete per il tramite della Federazione regionale degli Ordini dei Medici della Lombardia in un prossimo incontro con i vertici della Regione. Nell’attesa il presidente Germano Bettoncelli esprime «forte preoccupazione per i gravi disservizi che continuano a riscontrarsi nell’utilizzo del Sistema informativo sociosanitario della Regione. Il malfunzionamento del sistema e i continui blocchi dell’infrastruttura digitale – necessaria ad esempio per produrre ricette, impegnative per visite, certificati di malattia – si riverberano direttamente sul lavoro dei medici di medicina generale, e in ultima istanza sugli stessi cittadini, incrementando all’inverosimile i tempi burocratici e riducendo il tempo clinico da dedicare ai pazienti.
«La digitalizzazione in sanità, grazie all’introduzione delle tecnologie informatiche più innovative, è un passaggio di primaria importanza sotto il profilo organizzativo e gestionale, ma impone la garanzia di un funzionamento puntuale – prosegue Bettoncelli –. Diversamente, un’organizzazione inefficiente del sistema come quella cui stiamo assistendo ormai da troppo tempo, rischia di svilire la professionalità del medico e di compromettere la concretizzazione di principi fondamentali come il diritto alla salute. Il senso di abbandono e di impotenza vissuto dai colleghi della medicina generale, alle prese con una burocrazia arrivata a livelli insostenibili, è un pericoloso campanello d’allarme da non trascurare, perché rischia di compromettere un importante tassello del nostro Sistema sanitario nazionale qual è la medicina del territorio, e non solo, primo baluardo per l’assistenza e la presa in carico dei bisogni di salute del cittadino». Braga e i colleghi del San Luca lanciano una provocazione: «Che sotto l’egida dell’Ordine si proceda a staccare il Siss dai nostri studi per almeno una settimana, come segnale del nostro disagio per una situazione insostenibile».
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