Premio internazionale per Alberto Fontana, ideatore dei centri Nemo

Nel cuore dell’emergenza sanitaria, mentre il mondo si fermava, a Gussago nasceva una speranza concreta per chi convive con malattie neuromuscolari come la Sla: il centro Nemo di Gussago. Era il settembre 2020, quando la Fondazione Richiedei ha aperto le porte a un progetto ambizioso di presa in carico multidisciplinare del paziente. Aisla (Associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica) ha creduto fin da subito nell’operazione, sostenendola in ogni sua fase.

Il premio

Mercoledì, Giornata internazionale delle persone con disabilità, la comunità Sla italiana celebra un riconoscimento di rilievo mondiale: Alberto Fontana, ideatore dei centri Nemo, ha ricevuto l’Allied Health Professional Award 2025 dall’International Alliance of Als/Mnd Associations, rete composta da oltre 60 associazioni in 40 Paesi, di cui Aisla è membro. Un premio che sottolinea quanto il modello Nemo non sia solo una pratica clinica d’eccellenza, ma un riferimento internazionale nella cura, nella ricerca e nel sostegno alle famiglie.

I numeri

«Non è un premio alla mia persona, ma a tutti quanti hanno lavorato e stanno lavorando a questo progetto – commenta Fontana –. I riflettori del mondo si sono accesi su Nemo e la speranza è che il nostro modello possa essere fonte d’ispirazione anche altrove». In Italia i centri Nemo sono otto e hanno già beneficiato dei servizi offerti a Gussago oltre duemila pazienti. Il centro conta 16 posti letto per adulti e pediatrici, ambulatori specialistici, palestre e un’area di ricerca clinica. Vi lavorano 76 professionisti. Nel 2024, 300 nuovi pazienti hanno iniziato percorsi di cura, con 3.850 prestazioni erogate, 20 accessi a nuovi trattamenti farmacologici e 40 studi clinici attivi. Il 91% dei pazienti proviene dalla Lombardia.

Modello bresciano

Guidato dal prof. Massimiliano Filosto, il centro è presidio regionale per le malattie rare e Centro Ern per le malattie neuromuscolari. La convenzione con gli Spedali Civili e la collaborazione con l’Università di Brescia hanno dato vita al Comitato tecnico-scientifico per le malattie neuromuscolari, presieduto dal prof. Alessandro Padovani. Tutti i servizi sono gratuiti nell’ambito del Ssn. «Quello bresciano – precisa Fontana – è il modello più completo: contempla presa in carico clinica, percorso di continuità e sollievo (a Carpenedolo, ndr) e assistenza domiciliare. Qui Regione e Ats Brescia hanno saputo fare la differenza affinché la Sla, seppur non curabile, possa essere affrontata e resa comprensibile. E si possa convivere con il cambiamento».

Risultati concreti

Il premio celebra l’impegno nella cura e nell’assistenza e porta lustro al territorio: «Il prestigioso riconoscimento internazionale che è stato assegnato ad Alberto Fontana – commenta il direttore di Ats Brescia Claudio Sileo – premia non solo lui e tutto quello che ha fatto e sta facendo per la Fondazione Serena e i centri Nemo, ma è anche motivo di orgoglio per Brescia, perché noi abbiamo il centro Nemo a Gussago, secondo centro in Lombardia dopo quello al Niguarda di Milano. E abbiamo anche recentemente attivato la prima e unica esperienza in Italia di presa in carico post-acuta per i pazienti con la Sla a Carpenedolo».

Quello appena arrivato, puntualizza Sileo, «è un riconoscimento della qualità dell’assistenza che i centri Nemo stanno erogando per i cittadini bresciani e lombardi». Nemo, conclude Alessandra Colicelli, consigliere nazionale Aisla e presidente della sezione di Brescia, «non è solo un centro di cura: è una comunità che ascolta, coinvolge e sostiene le persone e le famiglie, traducendo valori e responsabilità in risultati concreti».