Il mondo condanna Israele su Gaza, l’Europa accelera sulle sanzioni

Una condanna a più sfumature ma, nella sostanza, pressoché unanime: l’offensiva di terra di Israele a Gaza City è un terribile errore. Dalla Germania alla Turchia fino alla Gran Bretagna, il mondo ha reagito con nettezza all’ennesima escalation impressa da Benjamin Netanyahu al conflitto. Tuttavia, ancora una volta, il coro di sdegno rischia di essere seguito da scarne azioni concrete.
A muoversi, in questo senso, è la Commissione Ue, con un pacchetto di misure senza precedenti nei confronti di Israele: si va dalla sospensione delle concessioni commerciali alle sanzioni ai ministri estremisti. Si tratterà di una mera proposta, che la Commissione presenterà oggi. E, già nei mesi scorsi, è stato chiaro come ottenere la luce verde dei 27 sia quasi impossibile. Rispetto al luglio scorso, quando lo stop parziale ai fondi Horizon diretti a Israele si è impantanato in Consiglio Ue, il clima però è cambiato.
“It is clear there is an intent to destroy the Palestinians in Gaza through acts that meet the criteria set forth in the Genocide Convention.”
— United Nations Geneva (@UNGeneva) September 16, 2025
UN Independent International Commission of Inquiry's report shows #Israel has committed #genocide in #Gaza.https://t.co/UGjepPwmwo pic.twitter.com/rTJhFeKsvA
L’ondata di sdegno
L’offensiva di terra su Gaza City ha incassato la netta condanna anche di Germania e Italia, due grandi Paesi membri che finora si sono dimostrati più vicini a Israele. Contraria all’offensiva e preoccupata per i rischi sulla popolazione civile si è detta anche l’Italia mentre la Spagna, ormai totalmente in rotta con Israele, ha nuovamente convocato l’incaricato di affari a Madrid per «l’inaccettabile» attacco del ministro degli Esteri Gideon Sàar, che ha tacciato di antisemitismo Pedro Sanchez. Le sanzioni che la Commissione si appresta a proporre sono, di fatto, quello elencate da Ursula von der Leyen nel suo Stato dell’Unione. E non miglioreranno le relazioni tra Ue e Israele. Lo stesso Sàar, in una lettera a von der Leyen, ha attaccato la presidente della Commissione scrivendo che «è profondamente inquietante» come, attraverso la proposta di sanzioni, «stia di fatto rafforzando Hamas». Palazzo Berlaymont vuole intervenire sulla parte commerciale legata all’accordo di associazione e imporre sanzioni ai ministri estremisti e ai coloni violenti.
Una mossa che «segnalerebbe chiaramente che l’Ue esige la fine di questa situazione», ha spiegato l’Alto Rappresentante Kaja Kallas. Il via libera del collegio dei commissari è scontato. Non lo è affatto quello dei Paesi membri, soprattutto sulla parziale sospensione dell’accordo di associazione con Israele. Nei prossimi giorni Stati come Spagna, Belgio, Irlanda, Slovenia, torneranno a fare pressing per l’ok alle sanzioni. A far loro da sponda potrebbe essere l’Assemblea Generale dell’Onu di fine settembre. «L’assalto dell’Idf è spaventoso, porterà solo altro sangue», ha sottolineato Yvette Cooper, ministra degli Esteri di quella Gran Bretagna dove è atteso Donald Trump per la sua seconda visita ufficiale sull’isola.
Il Vaticano
The true consolation we must offer to those around us is showing that peace is possible, and that it grows within each of us, if we do not stifle it. May the leaders of nations pay particular attention to the cries of so many innocent children and ensure them a future that…
— Pope Leo XIV (@Pontifex) September 15, 2025
Papa Leone ha telefonato a padre Gabriel Romanelli, il parroco di Gaza e ha manifestato la sua «preoccupazione» per la situazione. Intanto l’isolamento diplomatico israeliano cresce a livello globale e, sul piano regionale, dopo l’attacco ai leader di Hamas a Doha, non va meglio. E i Paesi del Golfo stanno lavorando ad un progetto di difesa comune. L’offensiva di terra a Gaza da giorni mette in allarme l’Egitto sul fronte dei profughi mentre dalla Turchia il presidente Recep Tayyp Erdogan è tornato ad attaccare Netanyahu affermando che, «ideologicamente», è «un parente di Hitler».
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