Attacco di terra di Israele a Gaza City, già oltre 60 morti

Un'ora prima di mezzanotte l'esercito israeliano ha iniziato l'attacco di terra a Gaza City. Il cielo ha preso il colore arancione delle bombe illuminanti. La notte è scomparsa dalla città: missili lanciati dai caccia, incessanti colpi di artiglieria, droni hanno provocato potenti esplosioni. I boati si sono sentiti nel centro di Israele. I media della Striscia hanno segnalato 37 attacchi in 20 minuti e la fuga di massa dalla zona nord-occidentale. I morti sarebbero già oltre 60.
Fonti di Gaza hanno riferito che i tank di Tsahal sono entrati in via Al-Jalaa, nel cuore di Gaza City. Bombe-robot hanno abbattuto gli edifici. Una funzionario della Sicurezza israeliana ha parlato con la tv pubblica Kan affermando che «l'Idf sta attaccando con forza».
Intense and continuous Israeli bombing on civilian homes in Gaza City. pic.twitter.com/hHpXqsNlia
— TIMES OF GAZA (@Timesofgaza) September 15, 2025
Contemporaneamente al via dell'operazione «Carri di Gedeone 2», il presidente Usa ha minacciato Hamas dopo aver saputo che alcuni ostaggi sono stati fatti uscire dai tunnel per essere usati come scudi umani. «Spero che i leader di Hamas sappiano a cosa vanno incontro se fanno una cosa del genere. Questa è un'atrocità umana, come poche persone hanno mai visto prima. Non permettete che ciò accada, altrimenti, tutte le scommesse sono perse. Liberate tutti gli ostaggi. Ora», ha scritto su Truth. Immediata la risposta del premier Benyanin Netanyahu: «Grazie presidente per il tuo incrollabile sostegno».
Non appena si è diffusa la notizia dell'operazione a Gaza city, dove l'intelligence ritiene che si trovino almeno una parte dei circa 20 rapiti, le famiglie si sono messe in marcia verso la residenza del primo ministro a Gerusalemme. Terrorizzate per la sorte dei loro cari: «Potrebbe essere la loro ultima notte», hanno accusato il premier. Netanyahu ha dato il via all'operazione dopo una giornata intensa. In conferenza stampa congiunta, a nome del presidente Trump, il segretario di Stato Usa Marco Rubio in visita in Israele, ha sottolineato l'amicizia e il forte legame tra i due Paesi e soprattutto ha messo in chiaro che la Casa Bianca «resta impegnata» a raggiungere due obiettivi in particolare: «Ogni singolo ostaggio deve tornare a casa immediatamente e Hamas deve essere eliminato».
Uno dei temi al centro del colloquio privato di un'ora e mezza tra Rubio e Netanyahu prima che l'incontro venisse aperto anche a ministri e ambasciatori. E prima che Bibi si paragonasse a Charlie Kirk, l'attivista repubblicano ucciso nello Utah, riferendo che «è stato minacciato» anche lui.
Nel frattempo, Hamas - preparandosi all'offensiva dell'Idf - ha portato alcuni degli ostaggi nelle tende e negli edifici di Gaza city per usarli come scudo. E ha affidato il coordinamento del cosiddetto «legitimacy ambush» (imboscate e guerriglia) a Izz al-Din Haddad, capo dell'ala militare, Raed Saad, comandante della divisione operativa, Muhammad Odeh, che guida l'intelligence e Mohand Rajab, militare di alto rango della Brigata Gaza. Non basta: la strategia di Hamas comprende le violente azioni contro i residenti per impedire che seguano gli avvisi di evacuazione e si spostino a sud. Circa 700mila persone sono ancora a Gaza, nonostante i bombardamenti intensi delle ultime settimane. In 320mila si sono trasferiti verso la parte meridionale, nei campi di al Mawasi, a Kan Younis. Ma l'Idf, pur aspettandosi che centinaia di migliaia lascino Gaza city non appena iniziate le operazioni di terra, non si illude sulle difficoltà: civili usati come scudi umani, miliziani in infradito e bombe nello zainetto mimetizzati tra la gente.
Netanyahu & his cabinet of war criminals are planning for "voluntary" migration of Palestinians from Gaza.
— Sen. Bernie Sanders (@SenSanders) September 15, 2025
Having starved them and bombed their homes, schools and hospitals, how can it be voluntary? This is ethnic cleansing. It's a war crime.
NO MORE US MILITARY AID TO ISRAEL. pic.twitter.com/FErlpcmONq
Nel frattempo lunedì pomeriggio è iniziato a Doha il vertice di emergenza del Paesi arabi e musulmani dopo l'attacco alla leadership di Hamas. Alla domanda in conferenza stampa se Israele avesse aggiornato Washington prima del raid, Netanyahu è sembrato voler ridurre le conseguenze negative su Washington e ha ribadito: «Ci assumiamo la piena responsabilità, perché i terroristi non possono avere rifugi sicuri. L'abbiamo fatto da soli». Rubio ha offerto una risposta obliqua: «Siamo concentrati sul ruolo che il Qatar può svolgere adesso per la liberazione degli ostaggi e per un futuro migliore per i residenti di Gaza. Abbiamo buone relazioni con i nostri partner nel Golfo. Siamo concentrati su ciò che accadrà dopo».
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