L’Idf conferma il potente attacco a Gaza City. L’Onu: «Genocidio»

«Stiamo lanciando un potente attacco contro la roccaforte di Hamas nella città di Gaza. Nelle ultime 24 ore, le truppe della 98/a Divisione hanno iniziato operazioni di terra nel centro di Gaza City. Le truppe che operano sul terreno sono entrate con supporto di fuoco dall’aria e dal mare. Sono state colpite decine di siti terroristici, inclusi strutture militari, postazioni di osservazione e edifici con trappole esplosive destinati a danneggiare le truppe che operano nell’area», ha dichiarato l’Idf.
“The maneuver in Gaza City is a significant step to carry out our highest moral and important duty — to return all the hostages home and to dismantle the military and governing capabilities of the Hamas terrorist organization.”
— Israel Defense Forces (@IDF) September 16, 2025
-The Chief of the General Staff LTG Eyal Zamir at a… pic.twitter.com/NZiXl0g5Qz
«Genocidio»
Nel frattempo, per la prima volta un organismo investigativo incaricato dall’Onu ha messo nero su bianco un’accusa durissima nei confronti di Israele: «A Gaza si sta verificando un genocidio». A questa conclusione è arrivata una commissione presieduta da Navy Pillay, che imputa al governo Netanyahu di volere «distruggere i palestinesi».
Netta la replica dello Stato ebraico: «Inchiesta falsa, condotta da commissari antisemiti che agiscono come rappresentanti di Hamas». La Commissione Internazionale Indipendente d’Inchiesta delle Nazioni Unite (Coi), che non parla a nome del Palazzo di Vetro, ha pubblicato il suo ultimo rapporto a quasi due anni dall’inizio della guerra e nel giorno in cui l’Idf ha lanciato l’attacco di terra su Gaza City per dare l’affondo finale ad Hamas.
As heavy airstrikes persist across Gaza city, vital humanitarian convoys are being denied access.
— UN Humanitarian (@UNOCHA) September 15, 2025
Humanitarians are committed to reaching people in need wherever they are.
But we urgently need rapid, safe and unimpeded humanitarian access throughout #Gaza. pic.twitter.com/nMD3KOq2xp
Il rapporto
Dall’ottobre del 2023, secondo gli inquirenti della Coi, le autorità e le forze armate israeliane hanno commesso «quattro dei cinque atti genocidi» elencati nella Convenzione sul genocidio del 1948. Ovvero, «uccidere membri di un gruppo, causare gravi danni fisici o mentali ai membri di un gruppo, infliggere deliberatamente al gruppo condizioni di vita volte a provocarne la distruzione fisica in tutto o in parte e imporre misure volte a impedire le nascite all’interno del gruppo».
Per gli investigatori le dichiarazioni esplicite delle autorità civili e militari israeliane e i loro modelli di azione militare «indicano che gli atti genocidi sono stati commessi con l’intento di distruggere i palestinesi nella Striscia di Gaza come gruppo». «Crimini atroci» la cui «responsabilità ricade sulle più alte cariche delle autorità israeliane», ha dichiarato Pillay, ex giudice sudafricana già presidente del tribunale internazionale per il Ruanda e alta commissaria Onu per i diritti umani. Il dossier chiama in causa il presidente Isaac Herzog, il primo ministro Benjamin Netanyahu e l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant e si sottolinea che anche il popolo israeliano «è stato tradito dal suo governo».
Proprio l’esecutivo israeliano ha respinto «categoricamente» le conclusioni della Commissione, chiedendone «l’immediata abolizione».
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