Cronaca

Dna sulle unghie di Chiara Poggi compatibile con quello di Sempio

L'anticipazione di Denise Albani, genetista perita del gip, concorda con i pm. La perizia sarà depositata a inizio dicembre
Andrea Sempio - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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L'analisi biostatistica condotta dalla genetista Denise Albani del gabinetto di polizia scientifica, e perita nominata dalla gip di Pavia Daniela Garlaschelli nell'incidente probatorio nell'inchiesta che vede indagato Andrea Sempio per l'omicidio di Chiara Poggi, indica che c'è «piena concordanza» tra l'aplotipo Y rilevato nel 2007 su due unghie di Chiara Poggi e la linea paterna del profilo biologico dell'indagato: una popolazione di pochissime persone che si riduce ai parenti in linea maschile.

A scriverlo sono Il Corriere della Sera, La Repubblica e Il Messaggero secondo i quali la pec spedita dalla perita Denise Albani è arrivata ieri in tarda mattinata alle caselle di posta elettronica dei consulenti delle parti e e alla procura. Una conclusione che, secondo i quotidiani, per logica investigativa, porta direttamente a Sempio, 38enne amico di gioventù di Marco Poggi, fratello della vittima. L'anticipazione sarà cristallizzata nella perizia definitiva che Albani depositerà a inizio dicembre e che verrà discussa in udienza a Pavia il 18.

La svolta

Il risultato rovescia quanto aveva stabilito il genetista Francesco De Stefano, perito della Corte d'Appello bis che undici anni fa condannò Stasi: il professore analizzò e scartò lo stesso Dna perché «non consolidato», fornendo i presupposti scientifici anche per la prima archiviazione di Andrea Sempio chiesta nel 2017 dall'allora procuratore aggiunto Mario Venditti, oggi sotto indagine per corruzione in atti giudiziari.

La vittima Chiara Poggi - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
La vittima Chiara Poggi - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it

Gli accertamenti di Albani hanno stabilito che le prove di laboratorio di De Stefano furono condotte con campioni non omogenei, ma «nella sessione a 5 microlitri emerge un aplotipo parziale misto per un totale di dodici» marcatori.

Albani sottolinea che «l'aplotipo non è di per sé identificativo, quindi è un cromosoma Y, viene condiviso da tutti i soggetti imparentati in linea paterna, per cui non si può attribuire univocamente a una sola persona», piuttosto «è un contesto familiare di appartenenza». Non solo: «I profili ottenuti sono dei profili non completi». Ciò è bastato comunque per stabilire la «piena concordanza».

Il 18 dicembre saranno le parti a discutere per quale ragione quella traccia biologica sia finita sulle mani di Chiara Poggi. Per contatto diretto, cioè, negli istanti del delitto del 13 agosto 2007, o da trasferimento da un altro oggetto toccato da Andrea Sempio in altri momenti in cui ha frequentato casa Poggi.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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