Cronaca

Delitto Garlasco, Sempio: «C’è accanimento, spero nella buona fede»

Intervistato da Bruno Vespa a Cinque Minuti su Rai 1 ha parlato della presunta corruzione
Andrea Sempio negli studi di Rai 1
Andrea Sempio negli studi di Rai 1
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Sente «un po' di accanimento» nei suoi confronti, Andrea Sempio, costretto a vivere nella sua cameretta «come agli arresti domiciliari» ma spera che sia «in buona fede». Lo ha detto oggi – unico indagato per omicidio in concorso nel nuovo filone d'inchiesta sull'omicidio di Chiara Poggi – intervistato da Bruno Vespa a Cinque Minuti su Rai 1.

Sempio ha cercato anche di sfatare i sospetti circolati sulle spese legali famigliari e le domande investigative a lui «anticipate» al centro dell'inchiesta su una presunta corruzione relativa alla sua precedente archiviazione. «Un po' sì non posso negarlo – ha esordito – sì ormai è una cosa che periodicamente ricapita, ci ricadi dentro e tutto, quindi sì, capisco che un certo accanimento c'è, spero in buona fede...», ha detto. «Io al momento non ho una vita – ha aggiunto – sono tornato a vivere nella cameretta in cui stavo una volta e a quasi 40 anni sono chiuso lì, non posso far niente, è come essere ai domiciliari».

Presunta corruzione

Quanto all'appunto al centro della presunta corruzione sull'archiviazione «non era né più né meno un appunto che si era preso mio padre. Io penso fosse semplicemente un appunto su quanto costava ritirare le carte dell'archiviazione, per quello "20.30 euro”. Anche perché, cosa che non è passata sui media, in casa mia hanno trovato anche un appunto in cui mio padre si era segnato tutte le vere spese, che erano espresse in migliaia di euro», sia quelle legali «sotto il nome generico di Lovati» sia di consulenza. Ed «è in mano agli investigatori».

Sulle presunte domande «già a sua conoscenza» prima di essere sentito ha poi detto: «Non c'è stato nessun passaggio di domande o che. C'era questa cosa particolare che dalle intercettazioni risultava che io sapevo in anticipo le domande ma in realtà quelle domande, quegli argomenti di cui io parlavo in macchina erano cose che erano già uscite sui giornali, già uscite in televisione e di cui avevo già risposto in interviste. Erano sempre quegli argomenti, non ce n'era uno particolare che non era mai uscito prima e che si è trovato solo nell'interrogatorio».

La risposta però forse più emotiva e pesante è stata quella su Alberto Stasi, unico condannato in via definitiva per l'omicidio di Chiara, avvenuto a Garlasco (Pavia) il 13 agosto 2007. «Credo che ormai sia stato acclarato in anni di processi e sentenze, quindi io mi rifaccio a quello che hanno detto le sentenze: ad oggi il colpevole è Alberto Stasi e non ho motivo di pensare il contrario». 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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