Il Coordinamento Palestina cresce: «Movimento di opposizione sociale»

Le realtà che lo hanno costituito annunciano per lunedì sera a Chiesanuova una assemblea pubblica per tracciare l’impegno
Una delle iniziative organizzate dal Coordinamento - © www.giornaledibrescia.it
Una delle iniziative organizzate dal Coordinamento - © www.giornaledibrescia.it
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Proseguire per non fermarsi e non disperdere la grande voglia di partecipazione e impegno che due anni di mobilitazione, culminati con quelle che sono stati ribattezzate le Dieci Giornate, hanno intercettato a Brescia. Con rinnovati obiettivi, ma con un’agenda ancora tutta da scrivere.

Il Coordinamento Palestina, soggetto plurale che ha raccolto associazioni per la tutela dei diritti, movimenti antagonisti, forze della sinistra, sindacati di base  e comunità migranti, nel nome della denuncia di quanto avviene in Palestina, ha deciso di crescere e fare un salto di qualità: «Diventiamo un movimento di opposizione sociale».

Con una conferenza stampa ospitata in mattina da Radio Onda d’Urto, alcune delle anime del coordinamento hanno spiegato le ragioni del cambio di passo e dato appuntamento a tutti coloro che vogliono partecipare per lunedì 27 ottobre alle 20.30 nel centro civico di via Livorno al quartiere Chiesanuova

Gli interventi

Umberto Gobbi, leader di Diritti per Tutti e Magazzino 47, ha spiegato che «le migliaia di persone che sono scese in piazza hanno espresso non solo indignazione per la situazione a Gaza, ma anche un forte bisogno di cambiamento sociale». E ha indicato i primi obiettivi delle prossime mobilitazioni: «Il Governo Meloni ha varato una Finanziaria di guerra alla quale ci opponiamo – ha detto – tagliando su scuola, sanità e servizi sociali». Mentre sul fronte delle azioni ha rilanciato «il boicottaggio dal basso delle aziende legate a Israele dato che non lo sta facendo lo Stato».

Una posizione cui ha fatto eco quella di Alfredo Barcella dell’associazione Amicizia Italia Palestina: «Vogliamo aprire un confronto con le persone che hanno partecipato ai cortei, il piano di pace per Gaza è solo una illusione che nasconde un progetto neocoloniale nel quale non sono stati coinvolti i palestinesi». 

Sulla necessità della partecipazione si è concentrato anche l’intervento di Mariam Ghassan dei Giovani Palestinesi d’Italia: «Nell'assemblea vogliamo parlare, confrontarci e raccogliere proposte sul come continuare perché la solidarietà non si ferma. Vogliamo spingere il cambiamento».

A conclusione della conferenza stampa c’è stato l’intervento di Giorgio Cremaschi di Potere al Popolo che ha ricordato come «un contributo fondamentale alla campagna “Blocchiamo tutto” è venuto dalla scuola e dalla sanità. Perché sono le categorie che perdono maggiormente quando lo Stato investe nella guerra. Il Governo Meloni è complice delle azioni di Israele». Tornando poi su quanto accaduto, anche a Brescia, tra il 22 settembre e il 3 ottobre ha voluto precisare: «Noi non ci dissociamo da nessuno. Non accettiamo la retorica dei manifestanti buoni e dei manifestanti cattivi».        

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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