Pranzo a casa, cinema, giochi, mare o montagna: il Natale dei bresciani

Natale a casa, ma senza stress, col forno acceso solo per intiepidire piatti già perfetti: sempre più bresciani si affidano a gastronomie e ristoranti che confezionano pranzi da chef. Così la tradizione è salva, senza dover spadellare: tra casoncelli, cotechino, capesante vintage e panettone rigorosamente artigianale (e locale) il figurone è assicurato.
Per molti resta il Natale del focolare, con l’albero illuminato e il brindisi in salotto. Ma c’è anche chi ha fatto le valigie e ha puntato dritto al sole. Maldive o Zanzibar poco importa: l’obiettivo è staccare. Una piccola fuga, in barba ai parenti e alle tombolate. Nel frattempo, la provincia si riempie: le montagne fanno il pieno, complice l’effetto Olimpiadi invernali; il lago di Garda è sempre più internazionale e la città tiene bene, tra musei, luci e mercatini.
Questione di gusto
Iniziamo dal gusto. Non abbastanza appesantiti dai saluti di Natale, molti bresciani trascorreranno queste giornate con le gambe sotto il tavolo. I ristoranti aperti, c’è da scommetterci, saranno pieni, ma il trend da qualche anno è l’asporto. Lo spiega Alessandro Lanzani: «Il Laboratorio Lanzani è quasi sold out e la gastronomia sta registrando moltissimi ordini». Conferma Simone Colosio della Brace, in pieno centro: «Le richieste sono aumentate dall’inizio di dicembre: in molti hanno organizzato a casa anche i classici aperitivi con gli amici. Per la Vigilia vanno fortissimo zuppa di pesce, capesante, cocktail di gamberi in stile anni Ottanta e panettone gastronomico. A Natale, anche se non fa freddo come una volta, vince la tradizione: cappelletti in brodo, cappone con ripieno di castagne, lumache in umido e lenticchie».
Soddisfatti anche gli agriturismi, che viaggiano verso il tutto esaurito: «Per il pranzo del 25 siamo al 90% della capienza – spiega Gianluigi Vimercati, vicepresidente di Confagricoltura –: I clienti sono curiosi, fanno domande, cercano il prodotto agricolo, sano e tracciato, il piatto semplice cucinato come una volta». C’è chi esce, chi sta a casa (ma non ai fornelli) e anche chi ha deciso di fare tutto da sé. E lo sta facendo sul serio: ore interminabili al supermercato, facendo lo slalom tra i rincari (come quello delle lenticchie, fonte Altroconsumo), e poi in cucina, con pazienza, per riportare in tavola le ricette di famiglia. Perché Natale, per molti, è anche questo: una pentola che sobbolle, un profumo che evoca ricordi.

Passatempi
Pranzi e cene a parte, a riempire le giornate dei bresciani che restano a casa e dintorni saranno i giochi in scatola, il cinema, i musei (le collezioni permanenti dei Musei civili di Brescia sono visitabili a ingresso gratuito fino al 6 gennaio per i nati e i residenti in città e provincia), i presepi (quello vivente di Nuvolera, quello storico di Castelcovati...), le piste di pattinaggio, quelle da sci, i mercatini e il dolce far niente.
A spasso, ad ogni modo, ci sono molti turisti. Confesercenti parla di «boom per la montagna, al centro dell’attenzione per tutto l’inverno per via delle Olimpiadi». Benissimo il Garda, con una domanda da Stati Uniti, Emirati, Arabia, Brasile e Canada orientata verso strutture di alto livello. Tiene bene il Sebino. La città, aggiunge Federalberghi, «conferma i dati 2024. In questi giorni è particolarmente attrattiva: meriterebbe indici di occupazione più alti». Dulcis in fundo ci sono loro, quelli che le feste le passano nella seconda casa in montagna o in costume: «Zanzibar, Santo Domingo, Maldive e Mauritius le mete più gettonate – ci spiegano da Ippogrifo –. Molto gettonati, quest’anno, i buoni viaggio da mettere sotto l’albero». Dai brindisi in salotto ai selfie sulle piste il Natale si conferma una questione di gusto. Da vivere come si preferisce.
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