Aler, la protesta si allarga ai residenti di San Bartolomeo
Ogni settimana è peggiore dell’altra, ogni stagione porta con sé diversi problemi. Col trascorrere dei mesi si amplia la protesta dei residenti delle case Aler di Brescia. La mobilitazione, partita da San Polo e diffusasi a macchia d’olio, ha fatto tappa nei quartieri Primo Maggio, Casazza e San Bartolomeo. Proprio all’ombra dell’Ori Martin, gli inquilini di via Vittime di Fiume, Istria e Dalmazia hanno deciso di aderire allo sciopero delle rate condominiali già intrapreso in via Carpaccio, alla Torre Raffaello e da altri condomini disseminati in città.
«Da questa settimana abbiamo deciso di non pagare il conguaglio delle spese del 2024, vengano a vedere i problemi che abbiamo», dice esasperato Faustino Galasi, storico residente del condominio. Qui, nonostante la situazione sembri meno complicata rispetto ad altre zone, i problemi sono innumerevoli: un ascensore è guasto e l’altro è danneggiato, molti pavimenti sono divelti e soprattutto tutti gli ingressi alla palazzina sono privi di serrature. «Sono arrivato al punto di far installare una cancellata di ferro davanti la mia porta d’ingresso, perché chiunque può entrare nel condominio e occupare un appartamento – continua Galasi –. Quei cancelli sono tutti aperti da anni. E da Aler sanno tutto».
Ecco perché la protesta partita da via Carpaccio e dalla Torre Raffaello ha trovato terreno fertile anche a San Bartolomeo. D’altronde il filo comune che sembra legare la quotidianità dei residenti delle case Aler è l’assenza di un’adeguata manutenzione da parte degli organi competenti da una parte e le difficoltà di comunicazione con gli enti preposti.
Al palo
Nel frattempo in via Carpaccio i lavori erano iniziati: sono state installate le luci, sostituite le valvole del riscaldamento, tinteggiati i muri delle scale «ma si è tutto fermato e gli interventi al tetto e ai ballatoi, costantemente allagati per infiltrazioni, sono rimasti al palo», spiega al Tg Preview di Teletutto la portavoce dei residenti di via Carpaccio Cinzia Comelli. Alla Torre Michelangelo, invece, da una settimana manca l’acqua calda per decine di famiglie.
«Non siamo cittadini di serie C: abbiamo una dignità, vogliamo essere rispettati», continua Comelli. La rete di inquilini promette di continuare la battaglia e il 19 giugno incontrerà i vertici dell’azienda lombarda per l’edilizia residenziale di Brescia-Cremona-Mantova. «Vogliamo pagare, ma per un alloggio dignitoso. Chiederemo un atto firmato dal presidente di Aler Brescia Amedeo Ghidini».
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