A2A, inaugurato a Brescia il data center che recupera energia termica

La Redazione Web
Già avviato il secondo step: la creazione di un’infrastruttura capace di produrre 16 GWh annui di energia termica pulita, da destinare al riscaldamento di oltre 1.300 appartamenti
Il calore dei datacenter nelle case
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A cinquant’anni dal primo impianto di teleriscaldamento in Italia, Brescia segna un nuovo traguardo nella transizione ecologica. Alla centrale Lamarmora di A2A è stato inaugurato il primo data center cittadino alimentato e progettato per restituire calore alla rete urbana. È una novità che anticipa il futuro, resa possibile dalla collaborazione tra la multiutility e la società francese Qarnot, specializzata in infrastrutture cloud ad alta efficienza.

Ma se l’apertura di oggi rappresenta già un primato tecnologico, è il secondo step a disegnare l’orizzonte più ambizioso: la creazione di un’infrastruttura capace di produrre 16 GWh annui di energia termica pulita, da destinare al riscaldamento di oltre 1.300 appartamenti.

Una riconversione simbolica e concreta

Il nuovo impianto sorgerà dove un tempo veniva stoccato il carbone. L’ex deposito della centrale Lamarmora sarà riconvertito nei prossimi due anni in un data center di seconda generazione. L’energia non sarà solo digitale: grazie a un innovativo sistema di raffreddamento a liquido, i server genereranno calore riutilizzabile a 65 °C, direttamente immesso nella rete di teleriscaldamento cittadina. Il progetto – già finanziato con fondi europei – rappresenta un esempio concreto di «calore digitale» a servizio dell’ambiente.

«Non si tratta solo di un vantaggio tecnologico, ma di un asset per la decarbonizzazione urbana», ha spiegato l’AD di A2A Renato Mazzoncini. «Con il teleriscaldamento 4.0, le reti diventano sistemi intelligenti, capaci di integrare ogni cascame termico e accelerare l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050. In quest’ottica Brescia si conferma un modello, non solo nazionale».

L’innovazione passa dalla potenza di calcolo

La tecnologia firmata Qarnot coniuga alte prestazioni computazionali e sostenibilità. L’azienda francese ha progettato server in grado di generare calore riutilizzabile, unendo potenza e impatto ambientale ridotto. Il primo modulo operativo, installato presso la centrale Lamarmora, impiega 30 unità QBx e produce già circa 800 MWh termici all’anno. Ma è solo l’inizio.

«Questo primo progetto realizzato in Italia rappresenta una tappa strategica per Qarnot», ha commentato il CEO Paul Benoit. «Grazie alla collaborazione con A2A rispondiamo alla domanda crescente di soluzioni cloud HPC efficienti e sostenibili. Il nostro modello consente di presidiare l’intera catena del valore: dalla progettazione dei data center alla fornitura di servizi di calcolo, garantendo autonomia tecnologica e benefici concreti per il territorio».

Qarnot guarda ai settori ad alta intensità di simulazione – dall’aerospazio all’automotive – come primi beneficiari di questa infrastruttura, che trova proprio nell’elevata densità energetica dell’Intelligenza Artificiale un alleato per massimizzare la resa termica.

L'inaugurazione del nuovo data center di A2A a Brescia
L'inaugurazione del nuovo data center di A2A a Brescia

Verso un teleriscaldamento sempre più green

Il progetto rafforza ulteriormente la rete bresciana di teleriscaldamento, una delle più estese d’Europa, che oggi conta 684 chilometri di condotte e 22mila clienti. Nel 2024, l’83% del calore distribuito è derivato da fonti non fossili. Un risultato raggiunto grazie a investimenti nel recupero di calore industriale, come quello proveniente dal termoutilizzatore e da acciaierie come Alfa Acciai e Ori Martin, e all’uso di accumuli termici.

Ora si aggiunge il calore digitale. «La rapida diffusione dei data center apre una straordinaria opportunità per le città dotate di reti di teleriscaldamento», ha sottolineato Mazzoncini. «In Lombardia, con i progetti in pipeline, potremmo riscaldare 150.000 appartamenti semplicemente catturando quel calore residuo».

Brescia, città laboratorio

«Ancora una volta Brescia si conferma città-laboratorio», ha dichiarato la sindaca Laura Castelletti. Con questa iniziativa prosegue il percorso avviato da A2A per rendere il teleriscaldamento sempre più sostenibile, attraverso i diversi progetti di recupero e valorizzazione delle fonti di calore decarbonizzato disponibili sul territorio: da quello prodotto dal termoutilizzatore e dai suoi fumi a quello proveniente da altre fonti industriali come le acciaierie Alfa Acciai e Ori Martin, fino all’utilizzo di accumuli termici per lo stoccaggio dell’acqua calda

Il progetto si inserisce in una visione più ampia, delineata dal position paper «Sostenibilità urbana» curato da A2A con The European House – Ambrosetti e ASviS. Secondo lo studio, proprio il teleriscaldamento rappresenta una delle leve chiave per ridurre di oltre il 50% le emissioni di CO₂ nelle città italiane entro il 2050. Un obiettivo che passa anche da qui, dal calore invisibile dei dati che alimenta – e riscalda – il futuro.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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