Foliage in provincia di Brescia: colori, luoghi e magia d’autunno

Un’esperienza multi-sensoriale in in 3D. Visiva, tattile, uditiva, olfattiva. Gustativa forse no, ma non tutto si può incasellare. Raccogliere le foglie o aiutarle a staccarsi dall’albero e seguire le loro venature, sentirle scricchiolare nei giorni di vento e scivolare sotto la pioggia, annusare i profumi più o meno piacevoli, ma comunque veri, della natura che cambia vestito, degli alberi che quando viene freddo si spogliano.
I colori autunnali
Su tutto prevalgono i colori, grandi protagonisti di quell’evento straordinario che è l’autunno, che ti riempiono occhi, cuore, ogni arteria, vena e capillare, come se la varietà cromatica si trasferisse in te mentre ti muovi lungo una strada alberata o cammini in un parco o in un bosco. Assaporare i colori di novembre è una sperimentazione cinestetica, che, oltre ai sensi, coinvolge il movimento e le emozioni. Quelle che ti spingono a commuoverti di fronte a un tiglio spoglio o a osservare in estasi l’eclettico virare del panorama dal verde al marrone al rosso al giallo, fin dove arriva la tua capacità di comprendere le sfumature.
È un esercizio filosofico, quasi metafisico. Gli inglesi lo chiamano foliage, anzi autumn foliage. In italiano basta dire foliage e già si pensa alle foglie che perdono la clorofilla e rivelano le nuances che il verde aveva nascosto.
Dove vedere il foliage
Foliage è una parola che esprime alla perfezione il concetto. È un termine inglese mutuato dal francese feuillage, derivato da feuille, foglia, che viene dal latino folium, foglia, il cui plurale è folia, foglie. Di luoghi dove tale spettacolo si manifesta da queste parti ce ne sono moltissimi. Per esempio il lago di Garda con i suoi colli morenici, la Valvestino con il suo lago artificiale ipnoticamente blu, il lago d’Iseo, la Franciacorta, la Valcamonica, il lago d’Idro e anche la salita al Castello di Brescia. Più di tutti però è la Valsabbia che dà il meglio di sé in questa quasi sacra rappresentazione dell’inverno che si avvicina.
La scelta è ampia e comunque ogni foliage, come ciascuna forma d’arte, ha i suoi estimatori. Il «leaf peeping» (sbirciare le foglie), ovvero la pratica di andare in cerca di luoghi dove il foliage è più attraente, l’hanno inventato negli Usa, ma lo facciamo tutti, da sempre. A volte non serve nemmeno cercare. Sei lì che percorri in auto una strada che hai fatto migliaia di volte, il sole sta per tramontare e, cento metri davanti a te, si staglia l’albero d’oro. È affusolato come una scultura in bronzo, intenso come un dipinto.
Ti fa sentire un nulla di fronte all’immobile perfezione di ciò che muta restando fermo (e libera l’aria dall’anidride carbonica che produci respirando) e allo stesso tempo ti fa stare bene. Lungo il viale ci sono altre piante simili, ma lui è il più bello di tutti. Arrivi a casa felice. Fai bene a esserlo, perché hai appena ammirato un capolavoro.
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