Via Turati: cancellata la ciclabile «fantasma», ma c'è l'ipotesi di una vera

L'assessore Manzoni: «C'è la consapevolezza che un intervento serva, ma va predisposto un progetto ad hoc»
  • Via Turati, cancellata la ciclabile «fantasma»
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La corsia ciclabile fantasma di via Turati non c'è più. Sparite linee bianche tratteggiate e pittogrammi di bicicletta comparsi clandestinamente nella notte corsara tra giovedì 13 e venerdì 14 ottobre, coperti come si vede nelle foto da una mano di vernice nera. La rimozione è avvenuta nella giornata di ieri ad opera dell'unità Gestione Traffico su disposizione della Polizia Locale, a ripristinare quella che comunque resta la segnaletica ufficiale.

La trovata - ancora priva di rivendicazione - è stata una palese provocazione, accompagnata da cartelli con messaggi volti a sensibilizzare sulla necessità di dare piena cittadinanza anche agli utenti a due ruote. L'obiettivo di quei 200 metri di pseudo-ciclagile (vale a dire quelle corsie che restano valicabili dai mezzi a quattro ruote, ma sui quali i ciclisti hanno priorità di transito) era quello di porre l'accento su una questione ampia, in una città in cui la ciclabilità sta comunque crescendo (ne abbiamo parlato qui).

Una ciclabile vera?

Ma la scelta di via Turati non deve essere stata casuale, visto che si tratta di una arteria trafficata che si pone a cerniera tra centro storico e zona nord al momento priva di uno spazio riservato alle due ruote. Tema sul quale si sofferma in queste stesse ore anche Paolo Gaffurini, vice presidente di Legambiente Brescia e assiduo recensore sui social delle ciclabili urbane (e non solo) nella puntata di «#Bresciainbici» dedicata proprio alla clamorosa trovata di via Turati.

Sul punto anche l'assessore alla Mobilità, Federico Manzoni, concorda che un intervento sia da prevedere, anche se dice «va predisposto un progetto ad hoc. Io stesso quando passo in bici ho considerato più volte che per l'ingresso in centro il transito ciclistico per via Turati sia una soluzione da considerare», in aggiunta o in alternativa a quelle attualmente contemplate dalla rete ciclabile principale prevista dal Pums (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, si veda sul punto in particolare l'allegato dedicato alla mobilità ciclopedonale cittadina).

La rete ciclabile principale prevista dal Pums al momento esclude via Turati (nel cerchio in giallo) - © www.giornaledibrescia.it
La rete ciclabile principale prevista dal Pums al momento esclude via Turati (nel cerchio in giallo) - © www.giornaledibrescia.it

Di una cosa però Manzoni è certo: «L'unica soluzione su cui si può lavorare è quella di introdurre una pista ciclabile sul lato opposto», là dove tra la stessa via Turati e la salita al Castello di via Brigida Avogadro, si stendono i giardinetti ai piedi del Roverotto.

«Andrebbe valutata la possibilità di connettere alla stessa via Avogadro un percorso» che eviti di incappare nella parte più a sud nella strozzatura determinata dagli edifici che arrivano sino all'angolo con piazzale Arnaldo, con il solo ostacolo da rimuovere dei gradini presenti. Un percorso che condurrebbe da piazzale Arnaldo stessa a via Turati tramite via Brigida Avogadro e viceversa, con la difficoltà semmai di imporre ai fruitori una lieve salita nel primo tratto. O altrimenti non va scartata la possibilità di sfruttare il «sentiero» in ghiaia (sul punto si veda più sotto) che corre proprio lungo la via Turati, con il limite della strozzatura di cui poc'anzi.

L'assessore però ribadisce che da parte dell'Amministrazione c'è la piena consapevolezza della utilità di un intervento, il che rende ottimisti sul fatto che la corsia fantasma possa essere a tendere sostituita da un tracciato sicuro e istituzionalizzato. Certo, non si nasconde Manzoni «si tratta di una prospettiva non banale sul piano dei costi», punto dolente che tuttavia non può essere trascurato.

Fondo stradale e attraversamento

Il «sentiero» in ghiaia che si stende lungo i giardinetti di via Turati - © www.giornaledibrescia.it
Il «sentiero» in ghiaia che si stende lungo i giardinetti di via Turati - © www.giornaledibrescia.it

Da sciogliere in ogni caso c'è anche il nodo relativo al fondo stradale: difficile infatti pensare che i ciclisti urbani possano transitare sulla ghiaia che risulta disagevole soprattutto in salita, per non parlare del caso in cui il percorso sia affrontato col maltempo. E se è noto che dalle Soprintendenze, in un'area comunque verde e storica, c'è molta prudenza nel consentire la posa di asfalto, il problema potrebbe essere forse aggirato con il ricorso a pavimentazioni autobloccanti.

E siccome i sistemi urbani sono di per sé all'insegna della complessità, sarà da capire anche come i ciclisti possano passare da un lato all'altro della carreggiata, salvo ricorrere agli attraversamenti a monte e a valle di via Turati. 

Lungo la via, per inciso, in prossimità della clinica San Camillo, esiste già un sottopasso pedonale: difficile capire se ampliabile - e in caso a quali costi - con l'eliminazione di una barriera architettonica e l'introduzione di uno scivolo.

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