Variante Omicron, sequenziato il primo caso a Brescia

Si tratta di una donna residente nella Bassa, che avrebbe contratto il coronavirus per la prima volta
COVID, OMICRON NEL BRESCIANO
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La variante Omicron del coronavirus è stata sequenziata anche a Brescia. Il primo caso della nostra provincia, isolato e sequenziato dall'Istituto zooprofilattico della Lombardia che ha sede in via Bianchi città, è quello di una donna residente nella Bassa, che ha contratto il virus per la prima volta. Lo scrive l'edizione bresciana del Corriere della Sera.

Beatrice Boniotti, responsabile del laboratorio, conferma: «Abbiamo sequenziato la variante su un campione di un tampone fatto lo scorso 11 dicembre a un drive-trough che fa riferimento all’ospedale di Manerbio. Riguarda una donna di circa 50 anni risultata positiva per la prima volta, per questo si è proceduto alla genotipizzazione, di cui è arrivato ieri il risultato. Ogni giorno allo Zooprofilattico vengono processati circa 1.200 tamponi al giorno e ne genotipizzano tra i 100 e i 150: questo è l’unico in cui è stata sequenziata la variante Omicron. «Come gli altri casi trovati in Italia, si tratta di un contagio isolato».

Ats Brescia conferma inoltre che la donna non ha fatto viaggi all’estero ed è paucisintomatica. Al momento si trova a casa in isolamento e si sta provvedendo al tracciamento dei suoi contatti stretti.

Intanto, salgono a 10 i casi di variante Omicron in Lombardia, come ha confermato la vicepresidente e assessore al Welfare di Regione Lombardia, Letizia Moratti che, a margine di un sopralluogo nell'hub di FieraMilano City, ha detto che, ad oggi, i casi riscontrati sono «nove nella Città Metropolitana di Milano e uno a Brescia». A chi le chiedeva se fosse preoccupata per l'escalation di questo tipo di variante, Moratti ha risposto che «al momento abbiamo ancora pochi casi per vedere delle evidenze che ci indichino con sicurezza il livello di contagio e di pericolosità della Omicron, per cui preferisco non esprimermi».

Omicron nel mondo e in Italia

Nel mondo la variante Omicron è diffusa in 59 Paesi e in Italia, secondo l'indagine rapida dell'Istituto superiore di sanità (Iss) relativa alla giornata del 6 dicembre, è responsabile dello 0,19% dei casi. La percentuale in Italia sale allo 0,5% secondo la banca dati internazionale Gisaid, alla luce delle 17 sequenze genetiche depositate dal nostro Paese nelle ultime quattro settimane.

Riguardo all'efficacia dei vaccini nel proteggere dal contagio, per l'immunologo statunitense Anthony Fauci «al momento non sembra sia necessario un booster specifico» contro la variante. Se nelle prime due dosi dei vaccini a Rna messaggero la copertura sia più bassa rispetto alla variante Delta, la terza dose aumenta al 75% l'efficacia contro la malattia sintomatica: «È una motivazione forte perché tutti si facciano la terza dose», ha detto il direttore del Centro per la ricerca sulle malattie infettive degli Stati Uniti (Niaid).

Indagini in corso

Se i vaccini potranno evitare le forme gravi della malattia, la capacità di trasmettersi della variante Omicron resta elevata e per Fauci è probabile che con tutta probabilità possa diventare dominante negli Stati Uniti. È presto comunque per fare previsioni sulla velocità con cui la Omicron si diffonde e solo «le prossime indagini ci permetteranno di stimarne la velocità di diffusione», ha detto il presidente dell'Iss, Silvio Brusaferro.

L'avanzata rapida della Omicron in 59 Paesi ha portato intanto il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) a ritenere che «la probabilità di un'ulteriore diffusione della variante Omicron è molto elevata» ed alzare il livello di guardia, classificando come molto alto il rischio sanitario a causa della diffusione della variante. Per la direttrice Andrea Ammon «la sola vaccinazione non ci permette di prevenirne l'impatto; è urgente una forte azione per ridurre la trasmissione e contenere l'impatto sui sistemi sanitari». Mascherine e distanziamento restano quindi indispensabili per evitare i contagi.

Allerta in Gran Bretagna

A preoccupare l'Ecdc sono in particolare i dati, contenuti nel suo ultimo rapporto, secondo i quali si rileverebbe una riduzione dell'efficacia del vaccino nel contrastare l'infezione e una velocità di diffusione tale da portarlo a essere dominante all'inizio del 2022. Per l'Agenzia britannica per la sicurezza sanitaria (Ukhsa), che ha definito la Omicron «la minaccia più significativa per la salute pubblica dall'inizio della pandemia», ha aggiunto di attendersi nei prossimi dati «sconcertanti» rispetto a quelli delle altre varianti. La dichiarazione è arrivata nel giorno in cui il Paese ha registrato 78.610 casi, il numero più alto in assoluto dall'inizio della pandemia.

Il nuovo scenario che si aprirà con la variante Omicron merita una grande attenzione anche secondo i genetisti italiani che stanno studiando la nuova variante. «In Europa cominciamo a osservare la sua capacità di contagiare, di generare una malattia grave e di sfuggire ai vaccini», osserva Massimo Zollo, dell'Università Federico II di Napoli e coordinatore della Task force Covid-19 del Ceinge-Biotecnologie avanzate.

L'attenzione sulla Omicron è alta da parte di tutto il mondo della ricerca e per questo la rivista Nature ha voluto includere nella classifica dei dieci migliori scienziati del 2021 Tulio de Oliveira, direttore del centro di ricerca sudafricano KwaZulu-Natal che con la sua squadra ha sequenziato e allertato il mondo su rischi della nuova variante  Omicron del Sars-CoV-2.

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