Vacanze bresciane: in agosto già sold out 8 camere su 10

A luglio le prenotazioni sfiorano il 70%. Benissimo gli affitti. Prossime sfide? Attrarre Usa e Giappone
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IL TURISMO CERCA IL RILANCIO
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I telefoni hanno ripreso a squillare, le caselle di posta elettronica si riempiono di mail: l’Italia, anzi l’Europa, ha voglia di vacanze bresciane. I numeri lo dimostrano: «A luglio il 60-70% dei posti letto della nostra provincia è già stato prenotato. Per agosto la percentuale sale a quota 80», spiega Graziano Pennacchio, amministratore delegato di Visit Brescia, riferendosi ad una media tra tutti i tipi di strutture ricettive.

Soddisfatti i titolari di alberghi, campeggi e agriturismi. Così come i proprietari di appartamenti: «In tutte le località turistiche il 99% sono già stati affittati - rende noto Pennacchio -. Venivano richiesti tantissimo fino a 10 anni fa, poi c’è stato un calo di interesse e, dal 2020, una ripresa, complici le nuove esigenze scatenate dalla pandemia». Di zona in zona emergono sfumature: «Quella della città è l’area che sta soffrendo di più». Brescia vive soprattutto di turismo business, di questi tempi rallentato. Sui laghi «la situazione è positiva». In montagna, come sempre accade in estate, ad aver prenotato sono stati «al 95% gli italiani. Tra questi l’80% è lombardo. Il periodo più richiesto è agosto».

Meglio del 2020. Per la nostra provincia si prospetta un’estate «migliore di quella del 2020, che, tra l’altro, era andata molto bene». Brescia - ricordiamo - era stata la provincia lombarda ad aver tamponato meglio i danni al settore turistico causati dalla pandemia, limitando le perdite al -32% sugli arrivi e -36% sulle presenze. Il divario creato dalla diminuzione del turismo internazionale era stato parzialmente colmato da 54mila «nuovi» turisti locali (attratti soprattutto dal Garda e dalla Valcamonica). Un’estate migliore, si diceva, e più lunga: «Grazie alla campagna vaccini - aggiunge Alessandro Fantini, vicepresidente provinciale di Federalberghi - speriamo di lavorare bene anche a settembre e ottobre». Nella nostra provincia si contano oltre 700 hotel (stando agli ultimi dati disponibili, quelli della Provincia, che risalgono al 2019) «ma non tutti hanno riaperto», sottolinea Fantini. I posti letto negli alberghi sono oltre 40mila e in totale, compresi agriturismi, ostelli, b&b e altro, 136mila (dato 2019).

Dal mondo. Visit Brescia è al lavoro affinché la nostra provincia possa tornare a registrare i grandi numeri pre-Covid. Ossia le 10,5 milioni di presenze del 2019, così suddivise: tre milioni di italiani e 7,5 di stranieri dei quali 6,8 europei. Nell’immediato non si attendono arrivi da fuori Europa, gli stranieri a noi più vicini si sono invece già mossi per raggiungerci. Si tratta soprattutto di tedeschi, ma anche svizzeri e austriaci. Il mercato olandese, tradizionalmente molto forte sul Sebino, si era «raffreddato» fino a un mese fa per via della pubblicità negativa scatenata dalla frana, «ma ora l’interesse è ripreso con slancio», precisa Pennacchio. Guardando al futuro Visit Brescia sta pianificando strategie triennali per attrarre nella nostra provincia anche americani e giapponesi. In particolare, come spiega il direttore Manuel Gabriele, «nell’ottica di generare un turismo virtuoso e non di massa, punteremo al mercato alto-spendente degli Usa».

Che si stia andando sempre più alla ricerca della qualità lo conferma anche il presidente Marco Polettini, parlando ad esempio del Garda: «La strada da intraprendere non è quella della crescita esponenziale dei numeri: le attuali vie di comunicazione per raggiungere questi territori lo impediscono. Bisogna puntare sulla qualità dei soggiorni. In quest’ottica si sta già lavorando: si pensi all’alta concentrazione di strutture a cinque stelle sul lago e di ristoranti stellati nel Bresciano». Per gestire i flussi e investire, appunto, nella qualità, «cerchiamo di "creare" turisti informati dell’offerta - conclude Gabriele - che sappiano rivolgere al territorio una domanda consapevole».

Nodo occupazione. Le difficoltà, però, non mancano. Il 2020 ha messo in ginocchio il turismo. E, come fa notare Polettini, «quest’anno non è stato facile per le attività reclutare personale: molte persone hanno trovato occupazione in alti settori». Nel Bresciano c’è stato un calo delle imprese del turismo? «Ci sarà», è l’amara risposta del presidente.TurismoDopo mesi di buio, le strutture ricettive rivedono la luce

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