Treni lumaca e cancellazioni: le linee bresciane sono le peggiori

Guasti, ritardi, soppressioni: sui binari per Parma, Cremona, Edolo e Bergamo i treni «maglia nera» secondo Legambiente
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TRENI, BRESCIA-PARMA MAGLIA NERA
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Ritardi, soppressioni, guasti, disagi, qualità pessima del servizio. A dicembre gli standard di affidabilità previsti dal contratto fra Regione e Trenord non sono stati rispettati. Dunque, a marzo i pendolari della Bergamo-Brescia e della Brescia-Parma potranno acquistare l’abbonamento mensile con il 30% di sconto. Non è certo una novità.

La notizia, casomai, è che un’altra linea cenerentola, la Brescia-Cremona, abbia rispettato il livello minino di affidabilità. Del resto, stiamo parlando di tre fra le peggiori linee ferroviarie lombarde; la Brescia-Parma, con i treni diesel, è addirittura nell’elenco delle più inefficienti d’Italia. Tutte a un solo binario, come la Brescia-Edolo, altra linea che presenta molte carenze strutturali.

A confermare i problemi di queste quattro ferrovie arriva puntuale Pendolaria 2023, il rapporto di Legambiente sullo stato dei treni regionali e locali in Italia. Per quanto riguarda la Lombardia, la classifica ha tenuto conto delle rilevazioni di Trenord per il periodo settembre-dicembre 2022.

Pendolaria boccia anche le linee per Parma e Cremona - Foto © www.giornaledibrescia.it
Pendolaria boccia anche le linee per Parma e Cremona - Foto © www.giornaledibrescia.it

Binari

Treni poco frequenti, linee a binario unico, carenze infrastrutturali, lentezza nel riattivare le linee interrotte, risorse economiche inadeguate: sono questi, secondo Pendolaria, le principali ragioni che penalizzano il trasporto su ferro in Italia (con ricadute negative sulla transizione ecologica). Osservazioni che valgono anche per la Lombardia. Con una precisazione: il servizio ferroviario è gestito da Trenord (azionisti principali sono la Regione e Trenitalia), mentre le infrastrutture (stazioni, binari, reti elettriche) sono di Rfi (gruppo Fs). Giusto per precisare compiti, responsabilità e soggetti in campo.

Il rapporto Pendolaria colloca la Brescia-Parma accanto a linee disastrate come la Catania-Caltagirone-Gela, le Circumvesuviane, la Roma-Lido, la Trento-Bassano del Grappa o la Milano-Mortara. Giusto per sottolineare che i problemi (sia pure in maniera diversa) ci sono al Sud come al Nord.

Problemi

Impietosa la descrizione della Brescia-Parma, «percorsa - si legge nel rapporto - a soli 46 km/h di media, con il passaggio di meno di 30 treni giornalieri; il materiale rotabile è tra i più vecchi della Lombardia e dell’Emilia-Romagna, con infiltrazioni di acqua nei vagoni e costanti ritardi, in special modo per i convogli della mattina e quindi dei pendolari, con soppressioni per guasti e sovraffollamento delle carrozze. Anche molte delle stazioni si trovano in uno stato di estremo degrado». L’introduzione di nuovi convogli «Colleoni» lo scorso settembre (che hanno subito evidenziato dei problemi) non ha cambiato la sostanza delle cose.

La Brescia-Cremona è da sempre l’altro punto debole della mobilità ferroviaria nel Bresciano, «con soppressione di corse e tagli ai collegamenti serali - ricorda Legambiente - verso i capoluoghi della provincia». Sul banco degli accusati c’è anche la Brescia-Edolo. Pendolaria è tagliante: «La sua offerta si compone di treni con cadenzamento nemmeno biorario, su orari che non tengono in nessun conto le esigenze dell’utenza e con una percorrenza, su una tratta complessiva di cento chilometri, mai inferiore alle due ore, ma spesso superiore a causa di frequenti interruzioni della linea dovute a materiale e infrastrutture ammalorate e vetuste». Senza parlare di frane e smottamenti. Cose che i pendolari camuni sanno bene.

Trenord sta lavorando al progetto della Hydrogen Valley che prevede la sostituzione delle motrici diesel con treni a idrogeno. Legambiente ha più volte criticato la scelta, «un’alternativa alla elettrificazione, più costosa e per nulla performante sotto il profilo energetico e nemmeno del miglioramento del servizio». I primi treni, ha annunciato Trenord, arriveranno nei prossimi mesi per affettuare le corse di prova entro il 2023 in vista dell’ingresso in esercizio nel 2024.

I numeri di Trenord

Ogni giorno Trenord effettua in Lombardia 2.185 corse con 521 treni. È la flotta più grande d’Italia. Per dare un’idea, la Sicilia, con la metà degli abitanti garantisce meno di un quarto delle corse. Il parco rotabile in circolazione sui binari lombardi è stato svecchiato. Nel 2022 sono stati immessi nuovi treni Caravaggio, Donizetti e Colleoni acquistati dalla Regione: sono in servizio 86 dei 222 previsti entro il 2025 (oltre 50 arriveranno nel 2023). L’età media dei convogli si è abbassata a 15,8 anni, a fine operazione sarà di 12,5: oggi, tuttavia, oltre il 40% ha una media di oltre 35 anni. I pendolari della Brescia-Parma e della Brescia-Cremona ne sanno qualcosa.

Un altro dato: nel 2019, prima della pandemia, sui regionali viaggiavano 820mila persone. Nel 2021 c’è stato il crollo (-30,5%), non ancora assorbito: si stima che nel 2022 la diminuzione sia stata ancora del 20%. 

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