Prossima fermata officina: già ko il nuovo treno sulla Brescia-Parma

Inaugurato a settembre è stato tolto dai binari a causa di un malfunzionamento. Tornano i vecchi Diesel
GIA' FERMI I NUOVI TRENI IBRIDI
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Prossima fermata: officina. Il treno nuovo di zecca che aveva preso servizio sulla linea Brescia-Parma è già costretto a rientrare ai box. E a tempo indeterminato. Non hanno neanche quasi avuto il tempo di gioire i tanti pendolari della linea per l’arrivo del moderno convoglio che è giunta, con una puntualità sorprendente, la doccia fredda. Anzi, gelata. «Ci sentiamo presi per i fondelli», commenta pieno di rabbia uno di loro.

Il «Colleoni», così si chiama il modello di nuova generazione prodotto dal costruttore svizzero Stadler, era entrato in esercizio in pompa magna il 12 settembre alla presenza di numerose autorità, tra le quali l’assessore regionale Claudia Maria Terzi, appositamente giunta a Brescia per l’occasione.

Ma nel giro di pochi giorni ci si è accorti che qualcosa non andava. Sarebbe emerso un problema non da poco: il malfunzionamento di un software di bordo che non solo provocava l’aumento dei tempi di percorrenza, già lunghissimi, di 17 minuti da un capolinea all’altro, ma faceva anche saltare la programmata gestione con un solo macchinista a bordo. Di qui la decisione di bloccare i nuovi convogli che avrebbero dovuto percorrere con sei corse al giorno (tre all’andata e tre al ritorno) una linea spesso indicata nei report come la «maglia nera» d’Italia.

Troppa fretta

«Il guasto - rimarca l’esperto di trasporti Dario Balotta di Europa Verde - dimostra che c’è stata troppa fretta di mettere in circolazione i treni prima delle elezioni: fretta che ha impedito di testarli a dovere e di diagnosticare eventuali anomalie». I primi quattro convogli consegnati sono dunque fermi nel deposito di Cremona e non si sa quando potranno essere utilizzati. Di conseguenza il piano di pensionamento dei vecchi Aln 668, con cinquant’anni di onorata carriera sulle spalle, è stato bloccato. «Purtroppo siamo di fronte a un film già visto - rincara la dose Balotta - per l’inefficiente azienda ferroviaria lombarda, che già altre volte ha voluto precorrere i tempi, finendo per rallentare l’ingresso dei nuovi treni per i pendolari, come era stato nel caso dei Taf o dei Tsr».

Con tre carrozze, 168 sedili, otto postazioni per le biciclette, il Colleoni avrebbe dovuto rivoluzionare l’esperienza di viaggio offerta ai passeggeri della Brescia-Parma. E grazie alla trazione ibrida Diesel-elettrico avrebbe dovuto garantire un consumo del 30% di carburante in meno rispetto alla vecchia flotta. «Peccato che - conclude l’esponente di Europa Verde - finora le batterie di trazione (elettriche) siano state escluse e, nel breve periodo di esercizio, sia stata messa in funzione soltanto la trazione a gasolio».

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