Tintoretto, il bando bis mira a raddoppiare fondi e progetto

E adesso l’operazione torre Tintoretto potrebbe addirittura raddoppiare, gettando le basi («perché no, sarà certo una strada da valutare» ha esplicitato l’assessore all’Urbanistica, Michela Tiboni) per studiare la riqualificazione anche della sua gemella: la torre Cimabue.
Sia chiaro: per ora resta una suggestione, ma ad accorciare le distanze tra la pianificazione - con tanto di soldi e idee - e lo scenario ipotetico c’è l’atteso esito del bando Pinqua, acronimo di «Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare».
Mentre il cronoprogramma relativo al grattacielo multicolor «procede secondo i tempi stabiliti» ribadiscono dal Comune (tradotto: al momento sono in corso i lavori per svuotare il palazzone dagli impianti e per rimuovere l’amianto, in luglio cadrà la piastra, tra agosto e fine anno sarà smantellato l’edificio), un nuovo scenario ha impegnato gli uffici dell’Urbanistica sulla scorta - appunto - del bando proposto dal Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e incentrato sul tema abitativo. A spiegare di cosa si tratta e quali potrebbero essere le opportunità per Brescia in caso di vittoria è stata Tiboni durante la riunione della Commissione di scena ieri.Con ordine. Il bando Pinqua è diviso in due filoni: la Loggia ha alzato la mano per concorrere in entrambi. Con la prima proposta - intitolata «progetto innesti» -, dopo una manifestazione di interesse che ha visto accodarsi come partner sia Aler sia Fondazione housing sociale, si punta a completare la riqualificazione dell’area «Case del sole», ampliando così il progetto Oltre la strada: in palio ci sono15 milioni di euro.
Tutti i riflettori - soprattutto quelli politici - sono però puntati sul secondo capitolo del bando, che vede di nuovo protagonista il binomio Loggia-Redo Sgr, «unico scenario possibile per concorrere» specifica l’assessore. Perché? Perché i criteri per accedere alla gara sono specifici: tandem pubblico-privato, disegno pilota sull’housing sociale ad alto rendimento e già in fase di progettazione definitiva, periferie protagoniste. Che succede se ci si aggiudica la vittoria? Che i fondi oggi a disposizione per l’operazione torre raddoppiano. In concreto: per realizzare il borgo Tintoretto Redo ha appostato 45 milioni di euro. Se l’idea Brescia viene «promossa», i due partner incassano altri 42 milioni dallo Stato. Che verranno utilizzati come? Lo schema è dettagliato: 10 milioni serviranno per migliorie al progetto di partenza (abbattimento consumi energetici, facciate ventilate, ventilazione meccanica, fotovoltaico), 3 milioni per il cosiddetto circular housing (arredi ed elettrodomestici a disposizione degli inquilini), altrettanti fondi saranno impiegati per il potenziamento dei servizi sociali.
Le due misure più interessanti sono però le ultime: 6,4 milioni saranno destinati a ridurre sia i canoni di locazione sia quelli per la vendita. Infine, circa la metà dell’importo, ovvero 20 milioni resterebbero in toto in capo al Comune «sempre per interventi inerenti all’edilizia residenziale» specifica Tiboni.
Proprio su questo fronte qualche perplessità è stata espressa dalla minoranza: «Redo comunque trae dei vantaggi, perché incassa affitti e somma della vendita degli alloggi che saranno migliorati con 22 milioni di euro. Perché non si è pensato all’area ex Magazzini generali?» domanda Michele Maggi (Lega). «Quello della Tintoretto - rimarca Tiboni - era l’unico progetto definitivo sull’abitare che la Loggia aveva. Si tratta di un’opportunità perché, se vinceremo, il Comune avrà 20 milioni da investire. C’è un patrimonio esistente da riqualificare: penso a Campo Marte, le vie Villa Glori, Corridoni, Palazzoli...». Ma quei 20 milioni potrebbero invece essere dirottati sulla Cimabue (è la domanda di Massimo Tacconi)? «Certo: potremmo elaborare un progetto per la torre gemella, perché no. Anzi: è una strada da approfondire» è la replica.
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