Tintoretto: a luglio cadrà la piastra, la torre giù ad agosto

Gli operai sono al lavoro a San Polo per rimuovere gli impianti, subito dopo sarà realizzata la «collina del cantiere»
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TINTORETTO GIU' AD AGOSTO
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Dodici anni dal via dell’iter, otto da quel 2013 che ha visto chiudere a chiave, per non riaprirle più, le porte delle ultime case popolari incastrate nella coreografia architettonica del grattacielo multicolore. Via Robusti, civico 90, San Polo: la torre Tintoretto, dalle 7 in punto di venerdì 16 aprile, ha ufficialmente iniziato la sua nuova storia.

Un percorso che la porterà, a partire da agosto, a scomparire dalle mappe della città per fare posto al disegno di Redo Sgr, improntato su housing sociale, servizi e trama verde, con un pizzico di vocazione sportiva. Tra qualche mese, insomma, il suo lungo turno di «vedetta» finirà e a vegliare sul suo ultimo miglio ci sarà la cabina di regia «popolare», ovvero l’osservatorio torre Tintoretto.

A che punto siamo oggi? L’area è stata delimitata e i divieti di sosta che annunciano i lavori più impegnativi sono già stati posizionati da settimane. Siamo dunque nel pieno della «fase uno» del maxi progetto di housing sociale, uno step che si consumerà più «dietro le quinte» e che dunque la città non percepirà direttamente. Se tutto procederà secondo il cronoprogramma e senza intoppi questo prologo si concluderà entro agosto, quando scoccherà la fase clou. In particolare, ultimata la rimozione degli impianti all’interno del grattacielo, a luglio si procederà con le bonifiche ambientali necessarie e alla demolizione della piastra (cadrà, quindi, il muro grigio): a quel punto la ditta incaricata realizzarà una vera e propria «zona di manovra», che assomiglierà a una sorta di collinetta sulla quale saranno collocati i mezzi necessari per l’operazione simbolo.

Fase clou. Solo a partire da agosto si punterà al cuore: lo sbriciolamento della torre Tintoretto. Che, va ricordato, non sarà protagonista di nessuna esplosione. Redo Sgr (l’unica società che ha alzato la mano per acquisire il palazzone attraverso l’asta pubblica proposta dall’Aler di Brescia) ha cioè garantito che si procederà sulla falsariga di quanto avvenuto, ad esempio, per via Milano 140/b: la torre colorata verrà in sostanza «mangiata» dalle braccia meccaniche e smontata pezzo dopo pezzo. In questo modo anche lo smaltimento sarà contestuale: man mano che si procederà con lo smantellamento, il materiale di scarto abbandonerà il quartiere. Proprio per vigilare sulle operazioni, che apriranno la fase della ricostruzione con il principio del prossimo anno, i Consigli di quartiere hanno chiesto l’istituzione di un osservatorio ad hoc. L’organismo sarà composto dai quattro Cdq e «incontrerà frequentemente i vertici di Redo e la direzione dei lavori, raccogliendo segnalazioni e domande dei residenti» per tenerli poi informati in modo costante su ogni passaggio. Come sarà.

Come si prepara a cambiare quello spicchio di San Polo? Il futuro «borgo Tintoretto» ruoterà attorno all’intreccio dei nuovi edifici: in sostanza, si svilupperà intorno a due grandi corti verdi che definiscono lo spazio tra via Filippo Lippi e il parco a nord, nonché le connessioni est-ovest tra l’attuale grattacielo multicolor e la torre Cimabue. Il sistema a corte aperta «permette di avere visuali incrociate, di generare nuove aperture sul contesto e sul paesaggio» (questa la descrizione del progetto) e sarà realizzata una rete ciclopedonale all’interno del quartiere. Le corti costituiscono il luogo di incontro e di identificazione e sono caratterizzate da percorsi alternati a zone verdi e ad aree attrezzate: in particolare, ad intarsiare la passeggiata saranno spazi dedicati ai giochi per bambini, ma anche percorsi ed aree fitness. Il progetto non si limita cioè strettamente all’area del grattacielo, ma include anche gli spazi limitrofi, che saranno ricuciti al neonato contesto: per «loro» scatta la fase della riqualificazione e saranno collegati con il nuovo comparto.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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