«Sulla scialuppa eravamo in 150. Ho perso tutto»

La testimonianza di uno dei membri dell'equipaggio sopravvissuto al naufragio. "Scene di panico e pianti".
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«Non ho più nulla, ho perso tutto, bagagli, soldi documenti. Ho solo avuto il tempo di prendere il cellulare per comunicare con i miei parenti e tranquillizzarli». È la testimonianza di un componente pugliese dell'equipaggio della Costa Concordia.
«Ero in cabina - racconta - quando è accaduto l'incidente. Non mi sono accorto di nulla finché non si è verificato un black out. Si è messo in funzione il generatore autonomo. È stato lanciato l'allarme». Il giovane, raggiunto al telefono, riferisce d'essere stanco, ma sembra avere retto bene allo stress d'essere responsabile, assieme ai colleghi, dei circa 3mila passeggeri da mettere in salvo. Con lui si sono salvati in circa 150 su una sola scialuppa.
«Tra di loro - racconta - c'erano molti bambini che sembrava quasi non si stessero rendendo conto di quanto stava accadendo. Molte scene di panico e pianti, invece, le ho notate tra le ragazze».
«Noi - prosegue - abbiamo cercato di fare del nostro meglio per mettere tutti in salvo e senza allarmare gli ospiti. Ognuno aveva un suo compito secondo le procedure di evacuazione della nave». Riguardo alle cause del naufragio, il marittimo è cauto: «Non ero in turno al momento dell'incidente. Può essersi trattato di un problema tecnico come di un errore umano. Di certo la nave ha urtato contro qualcosa procurandosi uno squarcio sulla fiancata. Abbiamo cominciato a imbarcare acqua».

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