Sin Caffaro, per il «dopo Moreni» arriva l’ex assessore Brunelli

La Loggia ha scelto di affidare all'ex assessore all'Ambiente il ruolo di commissario per il sito Caffaro
Il sequestro della Caffaro - Foto Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
Il sequestro della Caffaro - Foto Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
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Lo ha detto chiaramente, senza fronzoli e senza giri di parole, in perfetta coerenza con il suo stile: «Non resto in carica mezzo secondo in più». E così, Roberto Moreni, che per primo ha ricoperto una carica fortemente voluta dalla Loggia, dopo cinque anni di lavoro lascerà vuota - di qui a maggio - la sedia del commissario straordinario del Sito di interesse nazionale Brescia-Caffaro.

Una sedia tutt’altro che comoda (questo bisogna dirlo onestamente), che non prevede alcun compenso economico e che Moreni ha occupato con una missione ben precisa: immaginare, dal nulla, un percorso possibile per aggredire e risanare l’epicentro della contaminazione per eccellenza, vale a dire il quadrilatero industriale incastrato tra le vie Nullo, Milano e Morosini dove stanno - oggi come allora - le palazzine arancioni, i silos e le vasche per le lavorazioni chimiche della vecchia Snia, poi Caffaro.

Ettore Brunelli, in pole per la carica di commissario - © www.giornaledibrescia.it
Ettore Brunelli, in pole per la carica di commissario - © www.giornaledibrescia.it

Una bomba da disinnescare senza armature, o meglio: con armature tutte da immaginare e ricercare e, soprattutto, con un portafoglio pressoché vuoto. Cinque anni e un teorema di battaglie più tardi - combattute al fianco della Loggia, che nel frattempo si è aggiudicata una buona parte delle prime risorse economiche destinate al sito, arrivate oggi a quota oltre 90 milioni - Brescia è a un passo dal bando di gara che probabilmente più di tutti, tra quelli dell’ultimo ventennio, cambierà il volto e la storia della città. Lo farà per il valore ambientale, ma anche per quello simbolico. Il commissario Moreni non lo ha mai nascosto: «So di non essere la persona più diplomatica del mondo, per carità» ripete di tanto in tanto. Ma accanto alle critiche - senza entrare qui nel merito di ragioni e torti - c’è certamente il percorso dal quale si è partiti e il punto in cui si è arrivati. La scelta di scoperchiare il vaso di Pandora della cittadella industriale è stata politica ed è da ascrivere tutta al sindaco Emilio Del Bono, prima affiancato dall’assessore Gianluigi Fondra e poi dall’assessore Miriam Cominelli. Ma il commissario uscente ha duellato (anche) con il Ministero dell’Ambiente, ha costruito una gara d’appalto mastodontica da zero, ha cercato di lasciare alla città un progetto non immaginifico e perfetto, ma un progetto che fosse realizzabile con le prime risorse economiche effettivamente a disposizione.

La strada però è ancora lunga: di qui a una manciata di settimane sarà avviata la gara che decreterà poi, con il suo epilogo, il via effettivo alla messa in sicurezza e alla parziale bonifica del cuore del Sin Caffaro, operazione che dovrebbe durare un decennio. Una macchina che va azionata, sorvegliata, accompagnata e che ha ancora bisogno di una regia attenta che, a sua volta, avrà non pochi grattacapo da affrontare: proprio per questo la Loggia non intende rinunciare a un commissario straordinario per Brescia. Lo scranno sul quale oggi siede Moreni non resterà, infatti, vacante a lungo (tempi romani per mettere il timbro sul decreto di nomina permettendo, s’intende).

Il Comune ha infatti già informato della volontà di proseguire con questo assetto il dicastero dell’Ambiente, ora affidato alla guida del ministro Roberto Cingolani, che si è detto disponibile a confermare la figura commissariale a fronte (anche) dei risultati ottenuti in sinergia. Chi raccoglierà il testimone di Moreni? La Loggia ha già individuato il successore: si tratta dell’ex assessore all’Ambiente e alla Mobilità Ettore Brunelli, seduto dal 1999 al 2008 nelle due Giunte guidate da Paolo Corsini e in carica proprio quando è nato il «caso Caffaro» e quando è stato costituito il Sin. Medico del lavoro, Brunelli è alla guida dell’Ufficio di presidenza della Consulta per l’ambiente, nonché attivista in Legambiente. L’ex assessore, dal canto suo, avrebbe già confermato la sua disponibilità a lavorare per la città. A separare dunque il passaggio del testimone tra Moreni e Brunelli dall’ufficialità resterebbe solo la fumata bianca (e il timbro) di Roma.

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