AMBIENTE
«La Caffaro è un cancro al centro della città, va estirpato»
«Abbiamo rimesso in piede un puzzle non facile da ricostruire. Caffaro è una questione difficile da comprendere, gestire e risolvere. È un carcinoma al centro della città e va estirpato».
Lo ha detto il procuratore capo di Brescia Francesco Prete parlando del sequestro della Caffaro Brescia avvenuto questa mattina su ordinanza del gip dopo la richiesta della Procura depositata a luglio scorso.
«È stata un’indagine molto complessa innescata dalle comunicazioni di Arpa del 2019. È un’indagine che parla al presente e dell’inquinamento oggi in atto e non dello storico», ha detto il procuratore aggiunto di Brescia Silvio Bonfigli che con il sostituto Donato Greco ha chiesto e ottenuto il sequestro di Caffaro Brescia. «C’è un aggravamento della situazione in atto. Mentre noi parliamo il cromo esavalente percola. Abbiamo visto il mercurio che galleggia sul suolo» ha spiegato Bonfigli. «La situazione è inquietante. Bisogna intervenire per mettere in sicurezza la falda. Immediatamente. Poi si discuterà della bonifica».
- Leggi qui il GdB in edicola oggi
- Iscriviti alle newsletter del GdB. Per ogni tuo interesse, puoi avere una newsletter gratuita da leggere comodamente nella mail.
riproduzione riservata © www.giornaledibrescia.it