Sin Caffaro, la ditta realizzerà la «nuova» diga anti-veleni

L'accordo con la Procura sulla barriera idraulica è raggiunto: la società effettuerà due nuovi pozzi a sud dello stabilimento
Il polo industriale, epicentro del Sito di interesse nazionale Brescia-Caffaro - © www.giornaledibrescia.it
Il polo industriale, epicentro del Sito di interesse nazionale Brescia-Caffaro - © www.giornaledibrescia.it
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Anche se ufficialmente ancora «non si vede», l’accordo c’è. Via Nullo, epicentro del Sito di interesse nazionale: a rimettere in sesto la barriera anti-veleni sarà Caffaro Brescia. Che si occuperà tanto di intervenire sul sistema di pozzi già esistente, quanto di realizzare due nuovi scavi per l’emungimento delle acque, operazioni che - in tandem - consentiranno di fermare il viaggio che sta portando gli inquinanti oltre il perimetro della cittadella industriale.

Il passo avanti era atteso e si è consumato martedì pomeriggio, quando i legali dell’azienda si sono nuovamente confrontati con la Procura e con il Ministero, un’interlocuzione che ha portato alla definizione e al raggiungimento - nel merito - del sospirato accordo. L’intesa, che sarà sottoscritta nei prossimi giorni a causa di un piccolo problema tecnico imprevisto, coinvolgerà quindi il prima possibile anche il commissario straordinario per il Sin, Mario Nova, che dovrà ricalibrare i parametri della maxi gara propedeutica al piano operativo di bonifica. In sostanza, ora che la ditta si è impegnata a farsi carico delle operazioni che vedranno la barriera idraulica sotto i ferri, Nova dovrà stralciare dal bando quell’intervento, eliminandolo dall’appalto. Una mossa che dovrà consumarsi nell’arco delle prossime settimane, così da riuscire a indire la maxi gara entro la fine di ottobre, come concordato nel corso dell’ultima riunione del Tavolo tecnico regionale.

Nel frattempo, pur in un clima che viene descritto «sereno e di grande collaborazione», le bocche restano cucite: sarà la Procura, attraverso un comunicato stampa che sarà diramato verosimilmente nelle prossime ore, a mettere il «timbro» formale sull’epilogo di questa trattativa. Cosa prevede l’intesa, nella sostanza? Le opzioni sul tavolo erano due, entrambe percorribili sul piano ambientale. L’azienda aveva inizialmente immaginato di mettere mano in primis ai piezometri esistenti, emungendo l’acqua e trattandola, operazione che (questo era il criterio guida) avrebbe potuto fare un po’ da «prova generale» per la fase successiva, vale a dire la realizzazione di altri due pozzi a sud dello stabilimento. Un iter, questo, che si sarebbe sviluppato lungo circa due anni di tempo. Dopo un confronto con l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, però, Caffaro Brescia ha accolto il suggerimento proposto appunto dal dipartimento di via Cantore: realizzare subito i due nuovi pozzi, tralasciando in prima battuta i piezometri esistenti e andando così (se anche il commissario straordinario Nova sarà d’accordo) ad accelerare l’intervento effettiva sulla barriera. Intervento per il quale, a questo punto, servirà circa un anno e mezzo per un costo che dovrebbe aggirarsi attorno ai 3 milioni di euro (anche se un piano economico di dettaglio, in assenza dell’incarico, ancora non è stato approntato).

Qualche punto fermo c’è anche sul fronte dell’organizzazione dell’addio di Caffaro Brescia alla città. Parallelamente alla realizzazione della barriera idraulica, infatti, la ditta procederà con lo smantellamento degli impianti nella porzione del sito che le compete, mano a mano che le aree verranno dissequestrate. L’arco temporale previsto dalla società per completare la dismissione del sito industriale si spingerebbe fino al prossimo autunno: più precisamente tra ottobre e novembre. Per questo i tredici dipendenti rimasti in servizio - coloro cioè che fisicamente si occupano di mantenere in funzione la barriera idraulica - conserveranno il loro posto di lavoro almeno fino alla fine di febbraio: la richiesta di proroga della cassa integrazione (rinnovata di sei mesi in sei mesi) è già stata depositata al Ministero. Una notizia, questa, che fa tirare un sospiro di sollievo al nostro capoluogo: Caffaro Brescia resterà a presidiare il sito di via Nullo per un altro anno. Non per produrre: gli impianti hanno - e continueranno a mantenere - i motori spenti (la società è infatti ormai in liquidazione). Ma finché il presidio dei lavoratori resterà - e dunque proseguiranno le operazioni di smantellamento degli impianti in capo all’azienda - ci sarà qualcuno che continuerà ad occuparsi del funzionamento della barriera, un meccanismo tanto complesso quanto, per Brescia, necessario.

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