Rischio idrogeologico: 100mila euro per pulire le rogge

Sono i due interventi straordinari del Comune Iniziati i lavori alle briglie del Garzetta in Val Fredda
  • Uno dei canali sotto indagine a Brescia
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Non è tanto il fiume Mella, quanto piuttosto il lunghissimo e articolato reticolo idrico che si snoda sotto la città a destare le maggiori preoccupazioni in termini di rischio idrogeologico per Brescia. Un tema di stretta attualità alla luce di quanto accaduto a Livorno nei giorni scorsi. «Le criticità ci sono», non lo nasconde l’assessore alla Protezione civile, Gianluigi Fondra. Ma il Comune sta intervenendo là dove possibile, con le finanze che ha a disposizione.

Sorvegliato speciale «è il bacino del Celato, che di fatto incombe sul resto della città, perché i due Garzetta che scendono dalla Maddalena vanno a finire in quel corso d’acqua e quindi nel Garza. Tutto il reticolo va tenuto pulito. Là dove i corsi d’acqua sono a cielo aperto, ma soprattutto dove sono intubati e in questo caso servirebbero fondi più consistenti per garantire la rimozione dei sedimenti, che può essere effettuata con macchinari particolari e molto costosi, utilizzati da aziende specializzate. Fondi che al momento non abbiamo però a disposizione».

Ogni anno il Comune «interviene sul reticolo idrico minore con 50mila euro per la pulizia del fondo dei canali più critici. Ma sono stati messi a bilancio 100mila euro per la pulizia e il drenaggio straordinario dei vasi a maggior rischio esondazione, prevalentemente sul fiume Celato e quindi nelle rogge a sud della città». Non solo. All’inizio del prossimo anno prenderanno il via i lavori per realizzare le due briglie al Garzetta in Val Fredda, sopra la polveriera, per scongiurare quanto accaduto con l’alluvione del 2010, che colpì in modo particolare Costalunga, creando danni notevoli.

«Opere per 360mila euro - riferisce l’assessore Fondra - che rientrano nei sei milioni di euro previsti per sistemare l’area: i due rami del Garzetta, che si gonfiano di acque pericolose non appena piove con una forte intensità, come accaduto nei giorni scorsi, il Celato e il Garza». Il reticolo idrico è fittissimo, lungo almeno 500 chilometri, Ed è il risultato delle trasformazioni della città. Avevano una funzione irrigua, poi trasformati però in canali di deflusso e anche come fognature soprattutto negli anni ’70. E in alcuni tratti fungono ancora oggi da scolmatori.

Sul fiume Mella, che ha retto in passato a situazioni davvero molto critiche, le preoccupazioni sono relativamente scarse. «Ha una grande capacità di deflusso vista la profonda incisione dell’alveo». Certo, andrebbe sistemato e tenuto pulito da tutti i Comuni della Valtrompia attraversati dal fiume. «Per la pulizia degli argini il sindaco ha emesso una ordinanza che ingiunge ad Aipo, Agenzia interregionale per il fiume Po, di fare pulizia delle sponde, perché è opportuno che siano ben tenute - afferma ancora Fondra -, perché è essenziale che il fiume sia libero».

Il Comune ha comunque siglato una convenzione con il Consorzio federativo utenze del Mella che prevede che «in caso di allerta meteorologica dispone l’apertura o la chiusura delle paratie dei canali, così che l’acqua possa essere deviata verso il fiume per alleggerire il carico idraulico della città». Da qui anche l’importanza della convenzione siglata ieri con gli Alpini della sezione cittadina che si occuperanno della pulizia del tratto del Garza da Porta Trento a piazzale Repubblica, provvedendo a rimuovere piante o cespugli che potrebbero ostruire il corso dell’acqua.

 

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