Politiche, il centrodestra usa la tattica del silenzio «ma è tutto deciso da una settimana»

I papabili di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia scopriranno a ore se sono candidati e dove. Alle 8 inizia il deposito delle liste
Una panoramica della Camera dei deputati - © www.giornaledibrescia.it
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I più fortunati, coloro ai quali è stato svelato il proprio destino, si sono messi subito al lavoro sulla campagna elettorale, perché «di tempo ce n’è poco e i territori sono tanti». Ma per tutti gli altri ogni minuto di queste giornate è stato un’agonia, un tormento che sfocerà in sospiro di sollievo o in moto di delusione tra oggi e domani, con la consegna delle liste. E più il tempo passa e più nel centrodestra la tensione si trasforma in panico: da Fratelli d’Italia a Forza Italia, passando per la Lega (che venerdì sera ha divulgato solo i nomi blindati negli uninominali) né i leader né i fedelissimi rinchiusi nelle segrete stanze fanno trapelare nulla.

Un muro di silenzio che per i big è una strategia: «Per tutti non c’è spazio. Ma se comunichiamo con ore di anticipo rispetto alla consegna delle liste, scatta il bombardamento di telefonate isteriche. Se invece i nomi escono col deposito degli elenchi, ormai i giochi sono fatti e tutti sanno che non c’è più spazio per le modifiche. La verità è che il 99% delle posizioni è deciso ormai da una settimana» confessa una fonte romana. Ormai, comunque, siamo agli sgoccioli: le liste si depositano oggi e domani dalle 8 alle 20 nella cancelleria della Corte d’appello del tribunale di Milano. Quella che ci lasciamo alle spalle è stata dunque l’ultima notte insonne per gli aspiranti candidati.

Scenario

La maratona no stop nel centrodestra è dovuta al grattacapo degli incroci uomo-donna nei collegi per rispettare la parità di genere: è questo - raccontano - che avrebbe davvero complicato le cose e rallentato la trattativa sulla griglia dei nomi sugli uninominali, primo scoglio importante, prima di passare all’assegnazione definitiva dei proporzionali ed è questo di cui i leader parlano quando dicono «stiamo chiudendo».

Mentre i partiti di Giorgia Meloni e di Silvio Berlusconi non avevano azzardato nessuna prognosi, per la Lega si attendeva un epilogo sui plurinominali nella serata di ieri. Epilogo, però, che non ha mai visto la luce. L’unica certezza resta quella dei collegi uninominali, dove Matteo Salvini ha scelto di schierare Simona Bordonali alla Camera (Lumezzane) e Stefano Borghesi al Senato (Brescia). Per il resto, siamo al toto-pronostici.

Nel Carroccio c’è l’incognita di Raffaele Volpi: per lui si potrebbe fare strada anche un incarico tecnico di governo, dunque sarà fondamentale la posizione dei candidati in lista. Il proporzionale della Camera potrebbe aprirsi comunque con Bordonali capolista, così da fare seguire il nome di Paolo Formentini: se la parlamentare uscente vincesse l’uninominale delle Valli, scatterebbe così l’ingresso certo di Formentini. Ma qualche possibilità - nel flipper dei proporzionali - ce l’hanno anche Eva Lorenzoni e Beppe Donina: tutto dipende dal piazzamento e da quanti collegi sono occupati da pluricandidature.

Per quanto riguarda Fratelli d’Italia nessuno, da Brescia, è stato convocato per la firma del modulo degli uninominali. E siccome il partito di Giorgia Meloni ha prenotato per tempo il collegio di Desenzano, la deduzione è che lì ci sarà un catapultato: si è fatta insistente la voce che si tratti dell’ex ministro Giulio Tremonti. Chi sta alla regia organizzativa assicura che il plico di documenti è stato sigillato ieri pomeriggio e che chi doveva firmare i moduli lo ha fatto tra giovedì e venerdì. Per il Senato si dà per scontata la corsa dell’uscente Gianpietro Maffoni nel collegio di Treviglio. In pole per la Camera ci sono Daniela Santanché capolista, Diego Zarneri e Giangiacomo Calovini, ma nulla è scontato. Come nulla si sa delle candidature del Movimento 5 stelle per quel che riguarda i listini uninominali. I 5s, insieme al centrodestra, lo scopriranno solo oggi.

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