Piazza Loggia, la memoria della strage torna alla ribalta nel dibattito politico

Manlio Milani e Alfredo Bazoli esprimono perplessità per la nomina di Chiara Colosimo alla presidenza della Commissione antimafia
STRAGE: "VERITA' E GIUSTIZIA"
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Con i rintocchi delle campane in memoria delle otto vittime, da Piazza della Loggia sono risuonati anche messaggi di pace e di speranza, uniti alla necessità di ribadire il diritto della città di rivendicare verità e giustizia sui fatti accaduti 49 anni fa, senza infingimenti né balbettii. Dal palco allestito accanto alla stele che ricorda i caduti è stato chiamato in causa il governo Meloni, per il silenzio rispetto al rigurgito fascista di alcune azioni di Blocco Studentesco registrate nelle ultime settimane - lo ha fatto Mattia Rebessi, segretario provinciale Udu, associazione studentesca universitaria - così come per il ritardo a costituirsi parte civile nel processo a carico di Roberto Zorzi, presunto autore materiale della strage.

Su questo tema sono intervenuti Giorgio Graziani, componente della segreteria nazionale della Cisl, e Manlio Milani, presidente della Casa della Memoria.

Le parole di Graziani

«Oggettivamente non ci sono scuse – ha detto Graziani – il governo deve recuperare perché ne va della coesione, della capacità di ricercare la verità attraverso la magistratura, che ha portato a sentenze importanti, la ricostruzione della memoria che ci permette di tenere insieme la comunità bresciana e la comunità Paese. Credo che non possa esserci qualcuno che “scivola” esentandosi da comuni responsabilità». «Sicuramente è stato fatto un pasticcio – ha aggiunto Manlio Milani – comunque è un dato positivo che il governo cerchi di essere presente e io mi auguro che venga accolto il ricorso e la costituzione di parte civile. Non è mai accaduto prima e lo Stato è sempre stato presente».

Milani e Bazoli sulla nomina di Chiara Colosimo

Per Manlio Milani, la cerimonia di Piazza Loggia è stata l’occasione anche per tornare a chiedere le dimissioni di Chiara Colosimo, nominata pochi giorni fa presidente della Commissione antimafia, ruolo che secondo Milani è incompatibile con la storia e le conoscenze di Colosimo. Parere condiviso da Alfredo Bazoli, senatore del Pd e figlio di Giulietta Banzi Bazoli, vittima della strage di piazza Loggia. 

«Sono convinto che per rispetto della trasparenza istituzionale Colosimo dovrebbe fare un passo indietro – ha detto Milani – ne va della sua credibilità ma soprattutto della credibilità dell’istituzione che è stata chiamata a rappresentare».

«Sono molto perplesso per questa nomina – ha dichiarato Alfredo Bazoli, figlio di Giulietta Banzi Bazoli – Chiara Colosimo non avrà responsabilità sui fatti di quegli anni, certo, però ha rapporti diretti e consolidati con figure che hanno fatto parte dello stragismo. Ciavardini è una figura a cui lei pare sia abbastanza vicina e che è stata condannata per la strage della stazione di Bologna. Sappiamo come purtroppo nelle trame oscure che hanno condizionato la democrazia italiana c’è troppo spesso il terrorismo nero e anche la criminalità organizzata, mafiosa e non mafiosa. E la commissione antimafia deve indagare anche su queste commistioni. Il fatto – ha concluso Bazoli – che sia presidente una persona che ha rapporti con quel mondo lì, insomma, è stata una scelta molto sbagliata da parte del governo».

Le parole di Colosimo

In giornata sono arrivate anche le dichiarazioni proprio di Chiara Colosimo: «Oggi ricordiamo la strage di Piazza della Loggia che provocò la morte di 8 persone e il ferimento di altre 102. Uno degli atti più gravi della strategia del terrore di quegli anni perpetrati da gruppi neofascisti che vide il suo apice nella martirio di piazza Fontana. Un piano eversivo che intendeva minare le fondamenta dello Stato, a cui il popolo italiano diede una risposta corale a difesa della democrazia e dello stato di diritto. Per questo oggi dobbiamo tenere viva la memoria delle vittime cercando verità e giustizia e far tesoro di quello spirito di unità attraverso il quale ci si oppose al periodo piu' buio della nostra storia». 

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