Ospedali: concorsi decimati e infermieri verso il pubblico

Da gennaio 2021 a marzo 2022 solo in Poliambulanza se ne sono dimessi 136: 42 ora lavorano nelle Asst
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A BRESCIA EMERGENZA INFERMIERI
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Fuga e riposizionamento. Se si analizza la geografia complessa in provincia di Brescia del personale sanitario, medici ed infermieri su tutti impegnati su più fronti, dal privato al pubblico, dal territorio alla libera professione, si ottengono risposte ancora prima che la pandemia, e l’attuale riorganizzazione della sanità territoriale, ponessero domande.

Alcuni esempi, su tutti: nel 2009 erano in servizio 190,31 infermieri ogni centomila abitanti; dieci anni dopo, nel 2019, il numero era sceso a 162,45. Dunque, ancor prima di incontrare il SarsCov2, eravamo già in piena sofferenza. Ancora: in Lombardia in totale ci sono 372,88 medici ogni centomila abitanti; in Sicilia 441,16 ogni centomila.

La pandemia ha modificato il quadro: da una parte, la fuga degli infermieri dal privato verso un pubblico costretto a indire concorsi per riuscire a far fronte all’emergenza sanitaria e assistenziale. Dall’altra, la fuga dei medici dal pubblico (lo evidenzia lo studio del sindacato medico Anaao-Assomed appena pubblicato), in particolare da aziende sociosanitarie meno attrattive.

Nel privato

L’assistenza. La carenza di personale in sanità merita una riflessione
L’assistenza. La carenza di personale in sanità merita una riflessione

«Durante e dopo la pandemia, le ragioni di scelte diverse da parte del personale non sono solo economiche, come nel caso degli infermieri che nel pubblico hanno contratti più favorevoli, ma anche legate alla volontà di cambiare stile di vita» spiega Alessandro Triboldi, direttore generale di Poliambulanza, uno degli ospedali non profit più importanti della nostra Regione. A proposito di contratti: dal primo aprile in Poliambulanza ad ogni infermiere viene pagata una «indennità di presenza» pari a 8 euro al giorno per ogni giorno del mese lavorato.

I dati complessivi, tuttavia, stimolano l’analisi: dal primo gennaio 2021 al 31 marzo 2022 in Poliambulanza si sono dimesse 250 figure professionali, con uscite anomale rispetto al turn over tra chi va in pensione e chi viene assunto. Di questi 250, 136 sono infermieri. Ne sono stati reintegrati un centinaio «non per cattiva volontà, ma perché proprio non ci sono; altro discorso per i medici: 36 se ne sono andati e 36 sono stati assunti», prosegue Triboldi. Dei 136 infermieri che hanno lasciato Poliambulanza, 42 sono stati assunti nel pubblico dopo aver partecipato al concorso. Una mobilità che ha un peso sul turnover del personale: nel 2021, a fronte del 10,57% di uscite, si è registrato l’8,45% di nuovi ingressi.

«La pandemia ha accentuato la vulnerabilità, mettendo alla prova soprattutto giovani e donne - spiega Triboldi -. Abbiamo assistito ad un fenomeno sociale generalizzato che da inizio 2021 ha fatto registrare dimissioni di massa soprattutto da lavori faticosi o malpagati: non è tanto la volontà di lasciare il lavoro, ma quella di una sua ridefinizione o ripensamento del suo peso nella vita quotidiana, magari evitando turni notturni o lavoro di sabato e domenica, ovviamente inconciliabile con l’impegno in un ospedale per acuti. Ancora, studi internazionali hanno evidenziato che quando una risorsa lascia altera equilibri nel gruppo e apre canali e contatti che, a loro volta, possono indurre altri a seguire il collega».

Nel pubblico

Nel pubblico si registrano criticità analoghe al privato, aggravate da anni di assunzioni bloccate. La pandemia ha fatto esplodere il vaso delle contraddizioni, ma il via libera all’aumento dell’organico si è scontrato proprio con la mancanza di medici ed infermieri disponibili sul mercato. Ed è partita la corsa a conquistarseli, allargando l’orizzonte. La varietà dei contratti stipulati durante la pandemia si riflette anche nelle principali misure adottate per i precari in sanità dall’ultima Legge di Bilancio approvata lo scorso dicembre. Al Civile, uno degli ospedali pubblici più grandi del Paese, l’ufficio del personale rassicura sui numeri: «Abbiamo più infermieri rispetto al periodo pre Covid, anche se non riusciamo ad assumere tutti quelli che vorremmo, perché proprio non ci sono: i concorsi non vanno deserti, ma si presentano in 200-300 a fronte dei tremila degli anni scorsi. Con questi numeri, si fatica a garantire il turn over».

I numeri dopo l'emergenza

La fine dell’emergenza sanitaria ha lasciato in eredità a Brescia 58 medici assunti in più rispetto all’organico della primavera del 2020, meno del 10% dei 658 contratti stipulati dal primo marzo 2020 sia per garantire l’attività di reparto sia per la campagna vaccinale che ha assorbito parecchie risorse. I dati ufficiali recentemente diffusi da Regione Lombardia evidenziano che nelle realtà pubbliche il numero di medici è diminuito di 117 unità tra il 2020 e il 2021 e quello degli infermieri, sempre su base regionale, è aumentato di 755 unità.

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