Lombardia 2023, i grandi temi per il Bresciano: l'agroalimentare

I bresciani, come tutti i lombardi, il 12 e il 13 febbraio 2023 saranno chiamati ad eleggere il presidente della Regione e a rinnovare il Consiglio regionale. In vista dell’appuntamento, cominciamo oggi un viaggio intorno ai grandi temi e ai problemi considerati nell’ambito locale, che coinvolgono la Regione, in modo diretto o di rimbalzo.
Partiamo con l’agricoltura. La seconda puntata sarà dedicata alla mobilità e al trasporto pubblico.di categoria, gestori del ciclo idrico sono in prima linea.
La siccità, il costo dell’energia, l’aumento dei prezzi delle materie prime, le turbolenze sui mercati create dalla guerra in Ucraina, i danni provocati dalla fauna selvatica. Il 2022 è stato un anno complicato per l’agroalimentare. Problemi contingenti si sono sommati alle sfide epocali come la minaccia del cibo sintetico (e del nutri-score), la transizione ecologica, le rinnovabili, il cambiamento climatico, il ricambio generazionale, le sfide dei mercati, la carenza di infrastrutture per spedire i prodotti all’estero. Temi decisivi, attuali e futuri, per il destino del settore.
I numeri nel Bresciano
Brescia è in cima alle classifiche italiane (ed europee) per valore e qualità. Nella nostra provincia operano 9.498 aziende agricole (sulle 43.585 lombarde), che nel primo semestre del 2022 hanno fatto registrare un valore dell’export di 420 milioni (+20% su base annua). Non solo. Brescia mantiene saldamente il primato lombardo per consegne di latte: nei primi sei mesi 725.526 tonnellate.
La Lombardia è la principale regione italiana per produzione agricola con circa 8 miliardi (sui 57 a livello nazionale). Brescia vale quasi un terzo. Numeri che mostrano l’impatto del settore sulla nostra economia.
Il Piano di sviluppo rurale (Psr)
L’Unione Europea e la Regione, con la Pac (Politica agricola comune) e il Piano di sviluppo rurale (Psr), sono i regolatori e gli erogatori di risorse fondamentali per questo comparto. Lo scorso ottobre, durante la Fazi a Montichiari, le criticità, le attese, le possibili soluzioni ai tanti problemi sono state dibattute in numerosi convegni.
Insieme alla sanità e al welfare, l’agricoltura è una delle principali competenze della Regione, che possiede le chiavi per dare alcune fra le risposte necessarie allo sviluppo del comparto.
Innovare
Innovazione è la parola decisiva. Le nuove tecnologie, la ricerca, l’automazione e i sistemi digitali al servizio dell’agricoltura di precisione. Per produrre di più e in maniera sostenibile; per risparmiare acqua, risorse, fertilizzanti, tempo; per accrescere la qualità, la competitività e il reddito. Nella coltivazione dei campi come nella zootecnia (anche per assicurare il benessere degli animali).

L’innovazione è uno dei principi cardine della nuova Pac 2023-2027 (per la Lombardia ci sono 835 milioni su 39 linee di intervento). Significa investire in macchinari e strumenti, ma anche in formazione e consulenza. Riguarda imprenditori, addetti e istituti agrari. Su questo terreno - la destinazione e la ripartizione delle risorse e il sostegno all’innovazione - la Regione gioca un ruolo rilevante.
Energia
Un altro grande tema è l’auto produzione di energia, che si intreccia con la sostenibilità. Biogas e biometano stanno diventando per le imprese agricole un modello virtuoso di riciclo dei reflui, ma anche una integrazione del reddito. Il settore sottolinea da tempo la necessità (e la disponibilità) ad investire sulle rinnovabili (fotovoltaico compreso); tuttavia, invoca tempi certi e meno burocrazia. Un appello pressante a Stato e Regione.
A proposito di transizione ecologica (posto che quella lombarda è una della agricolture più green del mondo), una sfida ineludibile riguarda la riduzione delle emissioni di ammoniaca in atmosfera provenienti da concimi e allevamenti. Sappiamo che la nostra pianura soffre un alto tasso di inquinamento. Sono diversi i sistemi per ottenere l’obiettivo, fra cui la copertura fissa delle strutture di stoccaggio. In ogni caso, servono investimenti e dunque sostegni agli imprenditori.
C’è un’altra sfida impegnativa, vale a dire la riduzione dei prodotti fitosanitari. La UE propone un taglio del 62% entro il 2030. Un obiettivo che il sistema Italia contesta, perché metterebbe in pericolo intere filiere. Anche in questo caso è importante l’interlocuzione fra la Regione (in sintonia col Governo) e l’Europa.
Biologico
Fra le attese del mondo agricolo bresciano c’è anche la lotta efficace alla fauna selvatica, a cominciare da nutrie e cinghiali. Una richiesta che appare secondaria rispetto alle scommesse epocali descritte, e che proprio per questo dovrebbe però trovare una più rapida soluzione.
Di tutt’altro peso la sfida del nutri-score, il semaforo che l’Europa vorrebbe imporre sulle etichette dei cibi per segnalare i valori nutrizionali. Un sistema che, senza giustificazione (se non quella di una concorrenza scorretta), penalizzerebbe l’agroalimentare italiano e dunque bresciano. Le associazioni di categoria, i Governi che si sono succeduti e la Regione parlano la stessa lingua, facendo fronte comune contro l’iniziativa. Una battaglia che si combatte a Bruxelles.
Nelle nostre campagne è sempre più diffusa l’agricoltura biologica. In Lombardia sono 3.078 gli operatori bio con una superficie di 50mila ettari (soprattutto foraggi, cereali e vite). È un settore in crescita su sollecitazione della domanda, e viene sostenuto dalla Regione. Risponde alla necessità di una agricoltura sempre più attenta alla biodiversità e alla sostenibilità.
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