Economia

I mercati puntano sul biologico e Brescia si conferma leader

Nella nostra provincia 2.255 ettari di coltivazioni bio: una crescita del 75% rispetto a dieci anni fa
Inarrestabile ascesa del biologico: il mercato cresce del 4%
Inarrestabile ascesa del biologico: il mercato cresce del 4%
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Resiste alla crisi e guadagna il 4% nel 2020. È la spesa per i prodotti biologici registrata nella grande distribuzione organizzata. A testimoniarlo sono i dati ufficializzati nei giorni scorsi da Ismea l’Istituto di Servizi per i Mercati Agricoli Agroalimentari. Secondo le ultime rilevazioni dell’Ismea, la spesa per le referenze biologiche nei punti vendita della Gdo ha registrato un aumento del 6% nelle tre settimane a cavallo di Natale rispetto allo stesso periodo del 2019.

A crescere durante le festività sono stati soprattutto i vini e gli spumanti bio che con il 27% in più sullo scorso Natale hanno guadagnato quote di rappresentatività nel settore. Molto bene anche gli ortaggi (+11%) e le carni bio (+15%), mentre il fatturato della frutta certificata nei supermercati risulta in lieve flessione del 2%. Anche sotto Natale il consumo di biologico è stato concentrato soprattutto al Nord (64%), benché l’Italia centrale abbia mostrato il progresso maggiore (+8%). Per il biologico siamo, in un momento di svolta: la nuova normativa in dirittura d’arrivo in Parlamento e le cifre - l’Italia è leader in Europa con 80 mila operatori e 2 milioni di ettari coltivati, pari al 15,8 % della superficie agricola utilizzabile - sono determinanti.

Infatti la nostra Penisola si posiziona molto al di sopra della media UE, che nel 2018 si attestava all’8%, e a quella dei principali Paesi produttori come Spagna (10,1%), Germania (9,07%) e Francia (8,06%). Negli ultimi dieci anni, i terreni coltivati con questo metodo sono aumentati di oltre il 75% e i consumi sono più che triplicati. La Lombardia non è da meno. La Regione fa registrare oltre 56.667 ettari coltivati a biologico, in aumento del 5,1% in un anno. Tra le principali produzioni biologiche ci sono i cereali (25.077 ettari), le colture foraggere (12.623 ettari) e la vite (4.055 ettari), mentre il numero degli operatori sale a 3.238 con un incremento del 3% in un anno.

Stando ai più recenti dati disponibili, elaborati da Regione Lombardia, a guidare la classifica provinciale per quanto riguarda le coltivazioni bio è Brescia, che con 2.255, ettari, che precede Pavia (1.430 ettari). Occorrerà abituarsi anche a termini più attuali, come ad esempio il riconoscimento pubblico delle realtà dei biodistretti: un approccio territoriale che può favorire un legame con i Piani di Sviluppo Rurale, semplificazione per l’applicazione delle norme sulla certificazione e promozione del biologico nella ristorazione pubblica. Nel frattempo, precisamente dal 16 febbraio è in vigore il Regolamento di esecuzione 2021/181 della Commissione Ue (pubblicato sulla Gazzetta ufficiale Ue del 16 febbraio) che modifica il regolamento relativo alla produzione biologica, all’etichettatura e ai controlli.

Il nuovo regolamento è in vigore dal 1° gennaio 2021 al 31 dicembre 2021 in attesa di un regolamento più dettagliato che a causa dell’emergenza Covid-19 è stato rinviato al 1° gennaio 2022. Il regolamento eccezionale prevede un allungamento della deroga relativa alla produzione di uova bio e all’uso di mangimi. Fino al 31 dicembre dunque possono essere introdotte negli allevamenti di produzioni bio pollastrelle destinate alla produzione di uova biologiche non allevate con metodi non biologici di età non superiore a 18 settimane. Il biologico è quindi - volente o nolente - sul tavolo della politica europea e nazionale dove si sta riflettendo di Pac - politica agricola comunitaria.

 

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